Kommende VeranstaltungenInternazionale | Imperialismo / Guerra Keine kommenden Veranstaltungen veröffentlicht Internationalist Manifesto Against the War 07:38 Apr 15 27 comments War and Anarchists: Anti-Authoritarian Perspectives in Ukraine 19:25 Feb 22 12 comments We condemn the Turkish state attack and invasion of the Iraqi Kurdistan 07:12 Jun 26 6 comments A Dirty Military Incursion into Venezuela 23:20 May 11 10 comments US refusal to withdraw troops from Iraq is a breach of international law 22:27 Feb 08 2 comments mehr >> |
Recent articles by Pier Francesco Zarcone
Ma cos'è questa crisi 0 comments Imperialism, China and Russia 0 comments Imperialismo, Cina e Russia 0 comments Recent Articles about Internazionale Imperialismo / GuerraA Talk on the Ukrainian-Russian War Aug 31 23 Riflessioni sull'attuale scontro interimperialista
internazionale |
imperialismo / guerra |
opinione / analisi
Thursday October 02, 2008 21:36 by Pier Francesco Zarcone - FdCA - a titolo personale
Lo scenario internazionale si sta obiettivamente annuvolando. All'imperialismo statunitense, sempre più all'attacco a far tempo dalla implosione dell'URSS, si va contrapponendo un nuovo imperialismo russo, che nell'aggressività del primo trova ottimi appigli per dispiegarsi. Il nazionalismo grande-russo grazie a Stalin ritornò alla grande nella società sovietica (ormai tale di nome, ma non più di fatto), e certamente ha patito le più dolorose ferite nel periodo dalla caduta di Gorbaciov fino all'avvento al potere di Putin... Riflessioni sull'attuale scontro interimperialistaLo scenario internazionale si sta obiettivamente annuvolando. All'imperialismo statunitense, sempre più all'attacco a far tempo dalla implosione dell'URSS, si va contrapponendo un nuovo imperialismo russo, che nell'aggressività del primo trova ottimi appigli per dispiegarsi. Il nazionalismo grande-russo grazie a Stalin ritornò alla grande nella società sovietica (ormai tale di nome, ma non più di fatto), e certamente ha patito le più dolorose ferite nel periodo dalla caduta di Gorbaciov fino all'avvento al potere di Putin. Oggi è rimasta una cicatrice che la politica militare ed estera di Mosca vuole palesemente far dimenticare. La Federazione Russa, prima ridotta a "potenza regionale assai debilitata" (l'ossimoro qui è necessario), ora è una potenza regionale di tutto rilievo, non solo militare, perché economicamente forte a motivo del controllo di preziose risorse energetiche; ed effettua una politica di espansione palesemente proiettata alla riconquista del ruolo di potenza mondiale. In questa fase sta cercando non solo di riacquistare l'egemonia sulle aree viciniori che avevano fatto parte dell'URSS, ma anche di estendere la sua influenza ad aree extracontinentali, in termini di presenza militare e alleanze. Il tutto, ovviamente, all'insegna di una "realpolitik" spregiudicata, per la quale le contraddizioni razionali sono funzionali e non di ostacolo. Tant'è che Mosca - con una questione cecena solo temporaneamente chiUSA manu militari, e con la sua perdurante opposizione alla secessione kossovara dalla Serbia - "audacemente" e attivamente appoggia le secessioni di Ossezia del Sud e Abkhazia. D'altro canto, logica e ragion di Stato non sono mai andate a braccetto. Cosa che, beninteso, riguarda anche gli Stati Uniti, padrini dell'indipendenza del Kóssovo e difensori della "integrità territoriale" della Georgia; guarda caso entità entrambe sue alleate. Con buona pace di tutti, in Europa la catastrofe jugoslava è stata l'inizio di un ciclo che ci porta a fare di nuovo i conti con i nazionalismi, anzi - e forse peggio - con i micronazionalismi, o provocati da specifici interessi di terzi, o prontamente da terzi appoggiati per motivi strategici, economici e militari. Il governo georgiano di quella creatura degli USA che è Mikheil Saakashvili si trova alle prese (o meglio, si dovrebbe trovare) con enormi problemi interni, economici e sociali: giustamente la Federazione dei Comunisti Anarchici (FdCA) nel suo comunicato dal titolo "Dove passano gas ed oro nero si muore. Tra Georgia e Russia è guerra sulla Via della Seta del XXI secolo", del 12 agosto 2008, ha ricordato che "un terzo della popolazione vive sotto la soglia di povertà, il tasso di disoccupazione ufficialmente è al 16%, ma in realtà è molto più alto; la pensione media si aggira sui 16 euro al mese; la vigente legislazione sul lavoro consente il licenziamento senza giusta caUSA". Tant'è che il malcontento popolare è esploso in occasione delle elezioni presidenziali dello scorso gennaio indette in seguito alle grandi manifestazioni di protesta del novembre 2007, perché la povertà aumentava insieme alla crescita macroeconomica. Saakashvili ha vinto per la seconda volta, ma ha dovuto reprimere decine di migliaia di manifestanti che nella capitale Tbilisi denunciavano brogli, corruzione, autoritarismo e disastro economico. "Come da copione" Saakashvili ha giocato la carta
nazionalista, e si è buttato in un'irresponsabile azione militare per riportare
sotto la bandiera georgiana popolazioni che, a torto o ragione, non ne vogliono
sapere (quanto meno così sembra). Ovviamente con il placet degli Stati
Uniti, i cui governi e circoli capitalisti da tempo hanno sviluppato un
pericoloso e guerrafondaio spirito di impunità e versioni più o meno
modernizzate dell'ottocentesca dottrina del "Destino manifesto". Dopo gli esiti
"ricostituenti" della terapia-Putin, c'era da aspettarsi che la Russia reagisse,
e militarmente. A prescindere dall'essere molti osseti anche cittadini russi, va
rilevato che l'iniziativa militare di Saakashvili non è assimilabile al
conflitto che, a ridosso della caduta dell'URSS, oppose Armenia e Azerbaigian
per il Nagorno-Karabakh: in fondo era considerabile un conflitto locale.
L'attacco delle truppe georgiane è invece facilmente inquadrabile nella manovra
statunitense di accerchiamento politico/militare della Russia dal Baltico al
Caucaso, mediante alleanze con Stati di regioni prima facenti parte dell'URSS,
oppure firmatari del defunto Patto di Varsavia, da portare quanto prima nella
NATO. Trovandoci nel Caucaso si deve sottolineare che la zona rientra nel
progetto di costituire una presenza forte occidentale in un'area strategica per
gli approvvigionamenti energetici. Con questo non si vuole certo sostenere che l'equilibrio fra opposti imperialismi sia positivo per i popoli soggetti; bensì che alla fine dei conti appaiono troppo semplicistici sia il vecchio detto "il nemico del mio nemico è mio amico", sia la versione più moderata "il nemico del mio nemico è un possibile alleato, e comunque posso cercare di trarne giovamento". Nella logica utilitarista della realpolitik i popoli vengono giocati come pedine in tragiche partite a scacchi; e l'uso del nazionalismo si è rivelato idoneo a produrre effetti da vero oppio dei popoli. I nazionalismi serbo, croato, kossovaro e georgiano ne sono gli esempi più recenti, in termini di produzione di disastri per le popolazioni vittime, a prescindere dalle collocazioni geopolitiche di queste. Finora, nelle aree di crisi, abbiamo visto solo popolazioni vittime, o complici, o con entrambi i ruoli; e continuando così le cose il gioco degli imperialismi continuerà imperterrito. Da lunghissimo tempo, e anche in una fase di enorme sviluppo delle tecnologie comunicative, i "mass-media" si caratterizzano per il loro informare su tantissime cose, ma non su quelle che servono a conoscere e capire. Così, sappiamo che esistono in Ucraina e Georgia correnti filorusse e filostatunitensi, ma nulla sappiamo circa l'eventuale esistenza - lì come in altre zone esposte - di correnti positive non orientate al "filoquesto" o "filoquello", bensì a farsi portavoce (e avanguardia; il che non guasta mai se fatto bene) degli interessi sociali/economici/politici delle masse lavoratrici, e ad assumere attive posizioni antimperialiste. Al di fuori delle aree di crisi i popoli appaiono in tutt'altre faccende affaccendati, e occupati da interessi diversi. E la crisi economica ed esistenziale provocata dall'Europa del capitale favorisce le scelte di occuparsi ciascuno delle proprie faccende. Le residuali sinistre istituzionali o latitano, o effettuano scelte di schieramento acritico. Esempio ne è il Partido Comunista Português collocatosi "senza se e senza ma" dalla parte di Mosca. Niente di nuovo, ma anche niente di utile. Purtroppo a brillare per la sua assenza (ma forse anche questa non è una novità) è un vero internazionalismo proletario che - proprio a motivo di questo aggettivo - si ponga a difesa degli interessi delle masse sfruttate, indipendentemente dalla bandiera dei loro sfruttatori, e punti a far capire (ancora una volta!) quello che dovrebbe essere evidente: cioè che nei paesi capitalisti (a capitalismo privato o di Stato) il primo nemico è all'interno. È molto più facile e immediato collocarsi nell'opinabile e sterile ottica del chi ha ragione e chi ha torto in una contesa determinata. In tal modo si dimentica quale realtà si celi dietro a questi "chi". Si tratta dei governi (e quindi degli Stati), non dei popoli, quand'anche le mistificazioni ideologiche portino per lo più questi ultimi a schierarsi con i propri governi. E le ragioni dei governi rispondono a logiche oggettive specifiche, in contrasto con gli altrettanto oggettivi (quand'anche obliterati) interessi dei lavoratori. È contro l'imperialismo in quanto tale che bisogna continuare a porsi, e in termini multilaterali, seppure spesso la conseguibilità di taluni risultati immediati sia suscettibile di far ritenere utile il successo dell'uno o dell'altro imperialismo. Ma l'imperialismo persegue obiettivi propri, e solo occasionalmente e contingentemente sembra aiutare chi lotta per la liberazione sociale. Presto l'apparenza si dissolve e risulta visibile una realtà amara. Pier Francesco Zarcone 15 settembre 2008 |
HauptseiteSupport Sudanese anarchists in exile Joint Statement of European Anarchist Organizations International anarchist call for solidarity: Earthquake in Turkey, Syria and Kurdistan Elements of Anarchist Theory and Strategy 19 de Julio: Cuando el pueblo se levanta, escribe la historia International anarchist solidarity against Turkish state repression Declaración Anarquista Internacional por el Primero de Mayo, 2022 Le vieux monde opprime les femmes et les minorités de genre. Leur force le détruira ! Against Militarism and War: For self-organised struggle and social revolution Declaração anarquista internacional sobre a pandemia da Covid-19 Anarchist Theory and History in Global Perspective Capitalism, Anti-Capitalism and Popular Organisation [Booklet] Reflexiones sobre la situación de Afganistán South Africa: Historic rupture or warring brothers again? Death or Renewal: Is the Climate Crisis the Final Crisis? Gleichheit und Freiheit stehen nicht zur Debatte! Contre la guerre au Kurdistan irakien, contre la traîtrise du PDK Meurtre de Clément Méric : l’enjeu politique du procès en appel Internazionale | Imperialismo / Guerra | it Fri 19 Apr, 12:22 La solidarietà è più delle parola scritta! 23:13 Sat 11 Jun 1 comments Facciamo appello a tutti i militanti e simpatizzanti di essere presenti e solidali con il movimento curdo, sostenendo: GIUSTIZIA PER SAKINE, FIDAN E LEYLA 15:28 Fri 16 Dec 1 comments Mentre si avvicina la scadenza del processo per l'assassinio delle tre militanti curde, dalle organizzazioni curde arriva la richiesta di fare luce anche sui mandanti Stiamo vincendo a Kobanê oggi e vinceremo in tutto il Kurdistan domani! 18:13 Sun 08 Feb 0 comments Oggi, le bande criminali che gli Stati avevano creato per i loro interessi si stanno ritirando da Kobanê lasciandosi alle spalle le rovine che hanno provocato. Mentre l'eco della vittoria della resistenza sale per le vie di Kobanê, si rafforza la convinzione della libertà al di sopra delle stesse rovine. Come ebbe a dire il compagno Durruti:"Non abbiamo paura delle rovine". Oggi e domani, a Kobanê ed in molti altri posti, sappiamo che una nuova vita nascerà tra quelle stesse rovine. [English] Osama Bin Laden: L'uomo che sapeva troppo 19:09 Thu 09 Jun 0 comments Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato che le forze speciali USA hanno ucciso Osama bin Laden e altre quattro persone, incluso almeno un membro della sua famiglia. Il mondo non si è certo impoverito con la morte dell'architetto delle atrocità dell'11 settembre 2001 e, visti i suoi standard, bin Laden non può lamentarsi per il trattamento ricevuto. Il problema, comunque, non è questo. [English] NATO fuori dall'Afghanistan! 20:37 Thu 17 Apr 0 comments Lo Stato francese ha scelto la strada della escalation militare in Afghanistan. Non solo si aumenteranno di 1.000 unità le forze sul terreno portandole entro l'estate a 2.700 uomini, ma si manderà un battaglione di 700 soldati in una zona operativa caratterizzata da un'intensità di conflitto superiore a quella dell'area di Kabul dove attualmente è stabilito il quartier generale della task force francese. [ Français ] Mare Nostrum 00:36 Tue 12 Sep 0 comments La pace nel Mediterraneo infatti non può contare sulle missioni militari di pace, ma solo sulla rinascita della società civile e sulla ripresa dell'autonomia del movimento dei lavoratori in ogni singolo paese, insieme ad una smilitarizzazione ed al disarmo su tutti i fronti. I comunisti anarchici dicono BASTA CON LA GUERRA, BASTA CON LO STATO! 20:06 Tue 04 Oct 0 comments Gli USA devono andarsene immediatamente dall'Iraq e dall'Afghanistan, così come devono smettere di sostenere Israele. Dare sostegno alla persistente occupazione dell'Iraq è una giustificazione per la persistente imposizione del dominio degli Stati Uniti. L’Europa del capitale, 60 anni di distruzione di diritti e democrazia Mar 17 0 comments Compie 60 anni il processo di costruzione dell’Unione Europea, iniziato nel 1957 e passato attraverso varie fasi che hanno fatto scempio delle buone intenzioni dei vari movimenti federalisti europei e che oggi alimentano -a destra come in certa sinistra- spinte nazionalitarie e sovraniste che non spostano di un millimetro la questione fondamentale fin dalle origini: il parto tutto capitalistico dello spazio europeo. SturmTrump ringrazia Obama Nov 16 0 comments Provo a mettere un po' d'ordine tra le varie interpretazioni e le valutazioni più disparate che ho letto in questi giorni sulla vittoria di Trump (imprevista solo per i media "mainstream") alle elezioni presidenziali USA... Uno "specchietto" per le allodole o cosa? Aug 02 0 comments Chi ha tutto l'interesse ad arruolare, addestrare e strumentalizzare i miliziani jihadisti, temo che non insegua affatto delle finalità religiose. Mi riferisco a quei manovratori politici che siedono nelle "alte sfere" del potere che agiscono sul terreno internazionale. L'Isis si insinua dentro i conflitti intestini al mondo islamico, in primis nello scontro secolare tra sunniti e sciiti, per rovesciare i rapporti di forza vigenti nel quadro politico arabo-islamico, in regioni geopolitiche e strategiche assai delicate e determinanti per le sorti del capitalismo, quali il Medio Oriente o il Golfo Persico, non soltanto perché ricche di materie prime e giacimenti petroliferi. Da noi, nelle società secolarizzate occidentali, gli ideali religiosi sono stati soppiantati da altri moventi, che costituiscono dei veri e propri surrogati della dimensione religiosa. Mi viene in mente il tifo calcistico, giusto per indicare un esempio... Da Kabul a Strasburgo: la NATO è la guerra! Apr 14 0 comments Lo Stato francese, che ha riunito a Strasburgo i capi di Stato della NATO in occasione del vertice di questa organizzazione al servizio delle politiche imperialiste, ha fatto di tutto perché la contestazione non si potesse esprimere. [Français] Gli ultimi fuochi di Lisbona Aug 01 0 comments Questa Europa nasce come creatura politicamente dominata da classi politiche antidemocratiche su mandato del capitale industrial/finanziario. Questa classe politica ha il compito di effettuare una vasta serie di riforme non solo smantellando le conquiste dei lavoratori nel trentennio successivo alla II Guerra Mondiale, ma di creare una situazione di peggioramento riportando il mondo del lavoro in una situazione ancor più grave di quella che vide il nascere dei movimenti di riscossa di coloro che vivono solo potendo dare in affitto la propria forza-lavoro. more >>La solidarietà è più delle parola scritta! Jun 11 1 comments Facciamo appello a tutti i militanti e simpatizzanti di essere presenti e solidali con il movimento curdo, sostenendo: Osama Bin Laden: L'uomo che sapeva troppo Jun 09 MACG 0 comments Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato che le forze speciali USA hanno ucciso Osama bin Laden e altre quattro persone, incluso almeno un membro della sua famiglia. Il mondo non si è certo impoverito con la morte dell'architetto delle atrocità dell'11 settembre 2001 e, visti i suoi standard, bin Laden non può lamentarsi per il trattamento ricevuto. Il problema, comunque, non è questo. [English] NATO fuori dall'Afghanistan! Apr 17 AL 0 comments Lo Stato francese ha scelto la strada della escalation militare in Afghanistan. Non solo si aumenteranno di 1.000 unità le forze sul terreno portandole entro l'estate a 2.700 uomini, ma si manderà un battaglione di 700 soldati in una zona operativa caratterizzata da un'intensità di conflitto superiore a quella dell'area di Kabul dove attualmente è stabilito il quartier generale della task force francese. [ Français ] Mare Nostrum Sep 12 FdCA 0 comments La pace nel Mediterraneo infatti non può contare sulle missioni militari di pace, ma solo sulla rinascita della società civile e sulla ripresa dell'autonomia del movimento dei lavoratori in ogni singolo paese, insieme ad una smilitarizzazione ed al disarmo su tutti i fronti. I comunisti anarchici dicono BASTA CON LA GUERRA, BASTA CON LO STATO! Oct 04 NEFAC 0 comments Gli USA devono andarsene immediatamente dall'Iraq e dall'Afghanistan, così come devono smettere di sostenere Israele. Dare sostegno alla persistente occupazione dell'Iraq è una giustificazione per la persistente imposizione del dominio degli Stati Uniti. more >> |