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Tremonti "No Global"

category italia / svizzera | economia | altra stampa libertaria author Friday February 27, 2009 06:49author by Chinaski Segnalare questo messaggio alla redazione

Global Game Over
www.dissenso.it
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Il fallimento di Lehman Brothers rappresenta "un mondo che e' finito" con la globalizzazione finanziata dal debito, ha detto Tremonti al Tg1. Il ministro dell'Economia ha aggiunto che adesso 'occorre fare nuove regole e le regole devono farle i governi e le autorita' vietando i paradisi fiscali e i bilanci falsi delle aziende. Le crisi finiscono prima o poi e alla fine di questa turbolenza l'Italia sara' piu' forte di prima e piu' forte degli altri'. 'L'Italia - ha aggiunto Tremonti -, come presidente del G8, il prossimo anno proporra' nuove regole per i mercati internazionali perche' bisogna evitare che i costi di queste crisi gravino sulla povera gente'. Il ministro ha quindi messo in evidenza come le banche italiane siano piu' solide del resto del mondo: 'hanno gli sportelli, le altre i grattacieli', cosi' come il nostro sistema assicurativo e previdenziale e' piu' solido.

Fonte ANSA

La fine di questo mondo, che a noi non è mai piaciuto, dovrebbe comportare la rimozione dai posti di potere di tutti coloro che lo hanno ideato, alimentato, fatto crescere. Cerchiamo di dare ad ogni cosa il nome più consono, "questo mondo che è finito" si chiama capitalismo selvaggio, che ha trovato il substrato più sporco sul quale proliferare nella globalizzazione.

Le regole nuove dovrebbero essere quelle vecchie, ergo, tutto quanto pensato da questi strateghi dell'economia globale, da superman dell'alta finanza, da spietati ed incapaci amministratori delegati creati nei master, ai quali si è concesso di gestire giganti dai piedi d'argilla, con stipendi da favola, stock option e liquidazioni assurde (quando invece dovrebbero pagare i danni degli scempi compiuti) senza mai rischiare un centesimo, è sballato e marcio.

Si dovrebbe, anzi si deve, tornare indietro, naturalmente spazzando via tutti questi vermi - non escluso Giulio Tremonti che si da arie da no global e siede sul tavolo della presidenza del G8 - e ricreando quei compartimenti stagni che sono le frontiere, con rigidissime regole fiscali, atte a ricreare delle microeconomie costituite da paesi che hanno stessi valori morali e sociali nella gestione delle risorse umane. Nel contempo obbligando (obbligando!!!) i paesi con le economie più forti a versare un obolo, non certo simbolico ma nell'ordine di una decina percentuale del Pil (magari sottraendolo a ciò che viene destinato per le spese militari o per altre cazzate senza senso), per la crescita delle economie più deboli anch'esse omogenee nelle loro proprietà morali e sociali e protette da frontiere invalicabili sia dall'interno, con conseguente limitazione dei flussi migratori e sia dall'esterno, con la conseguente immediata fine dello sfruttamento delle multinazionali che, è bene chiarirlo una volta per tutte, sono il virus peggiore che la storia dell'umanità si è trovato a dover combattere e per la cui proliferazione non si è mai esitato a compiere crimini atroci.

Una doverosa riflessione, infine, circa quanto dice Giulio Tremonti circa i bilanci falsi delle aziende; Quando il Dlgs 61/2002 (depenalizzazione del falso in bilancio) fu emanato, Giulio Tremonti era Ministro dell'economia e delle finanze del secondo governo Berlusconi. Per amore della precisione questa legge, che non ha pari in nessuno stato del mondo e la cui applicazione suscitò più di una "perplessità" da parte dell'Unione Europea, prevede, secondo il testo originale modificato e reso più severo dal governo Prodi nel 2007, che per le società non quotate non potrà essere il magistrato a procedere contro il falso in bilancio, ma la querela dovrà arrivare o da un socio (che non denuncerà mai se stesso) o da un creditore (che il 99.9% delle volte non conosce i bilanci della società di cui è creditore o non se ne accorge).
Piercamillo Davigo commenta: “Per il furto, rimettiamoci alla querela del ladro”. Per le società quotate invece la magistratura può scoprire il falso in bilancio, ma in tempi brevissimi, altrimenti scatta la prescrizione: quattro anni e mezzo, lasso di tempo insufficiente anche ad istruire un processo. Senza dimenticare la riduzione dei mezzi di indagine permessi. In un processo si imputava a Berlusconi di aver utilizzato fondi extrabilancio per ottenere frequenze televisive e per finanziamenti illeciti, tra cui 21 miliardi di lire a Bettino Craxi. Condannato a due anni e quattro mesi, la condanna viene cancellata per prescrizione. Il processo ricomincia, ma il falso in bilancio non esiste più e quindi nel settembre 2005 Berlusconi viene assolto perché “il fatto non costituisce più reato”.

Spero vivamente che Giulio Tremonti voglia astenersi dal dettare nuove regole...

Chinaski

Link esterno: http://www.dissenso.it/dblog/articolo.asp?articolo=86
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