Documento della Comm. Sind. FdCA del 22 novembre 2009
Mano a mano che si esaurisce l'effetto degli ammortizzatori sociali, con una prevedibile depressione occupazionale in febbraio 2010, si avviano i processi di ristrutturazione delle aziende nella direzione di un adeguamento della produzione al mercato contemporaneamente ad espulsione di forza-lavoro. Lo si avverte soprattutto nel settore metalmeccanico, chimico, ceramica, gomma-plastica, tessile, artigianato, in ossequio all'indicazione proveniente da Federmeccanica e Confindustria, per le quali per salvare le aziende, si deve procedere a licenziamenti. Ricorrendo eventualmente a forza-lavoro precaria per far fronte ad eventuali picchi produttivi...
Alla fine della cassa integrazione si apre ora il
baratro dei licenziamenti di massa
Salvare i posti di lavoro, salvare i siti
produttivi
Estendere gli ammortizzatori sociali
Riorganizzare la lotta e la resistenza di classe
nei territori, nelle aziende, nelle categorie
Scenario della crisi e sviluppi
del conflitto sociale
Mano a mano che si esaurisce
l'effetto degli ammortizzatori sociali, con una prevedibile depressione
occupazionale in febbraio 2010, si avviano i processi di ristrutturazione
delle aziende nella direzione di un adeguamento della produzione al mercato
contemporaneamente ad espulsione di forza-lavoro. Lo si avverte soprattutto
nel settore metalmeccanico, chimico, ceramica, gomma-plastica, tessile,
artigianato, in ossequio all'indicazione proveniente da Federmeccanica e
Confindustria, per le quali per salvare le aziende, si deve procedere a
licenziamenti. Ricorrendo eventualmente a forza-lavoro precaria per far fronte
ad eventuali picchi produttivi.
La riforma della contrattazione,
siglata il 22 gennaio scorso, col noto accordo separato tra parte padronale e
CISL-UIL-UGL, non avendo più strumenti per difendere i dipendenti sul piano
dell'occupazione e del salario, diviene un elemento di razionalizzazione della
crisi e di sostegno alle politiche imprenditoriali e ministeriali che puntano
ad una privatizzazione degli ammortizzatori sociali (vedi enti bilaterali) di
concerto con gli Enti Locali. Nel giro di 2 tornate contrattuali,
l'applicazione della nuova forma di contrattazione, potrebbe portare ad una
trasformazione generale delle relazioni industriali con distruzione di fatto
di entrambi i livelli contrattuali attualmente vigenti, sia quello nazionale
(svuotato della sua funzione di tutela universale), che quello decentrato
(espropriato all'azione ed alla lotta sindacale di base con un sistema di
penalità e di peggiorativi normativi ed economici).
La legge Brunetta sul Pubblico
Impiego mette fine in pratica alla contrattazione con la previsione per via
normativa dei destinatari del salario accessorio, rendendo così superfluo il
ruolo delle rsu. Stessa sorte toccherà al settore scuola con l'approvazione
del DdL Aprea.
In questi ultimi mesi del 2009, la
risposta dei lavoratori ha visto soprattutto i metalmeccanici in prima linea
nel settore privato ed i precari della scuola nel settore pubblico.
Entrambi in un contesto di
isolamento mediatico che tende ad occultare le mobilitazioni, le lotte e le
manifestazioni, affinché della crisi non si parli. E' per questo che occorre
far uscire la crisi dalle mura delle fabbriche e delle aziende per investirne
il territorio, con un'azione di informazione e di disvelamento che dia forza
alle iniziative di solidarietà e ad interventi di estensione degli
ammortizzatori sociali.
Congresso CGIL
In questo scenario sta per aprirsi
un congresso CGIL che vede contrapporsi due documenti, l'uno facente capo alla
maggioranza di Epifani insieme all'area di Lavoro e Società, l'altro "La CGIL
che vogliamo", facente capo alla FIOM, alla FP, alla FISAC, alla Rete 28
Aprile. Un Congresso che si annuncia di scontro, poiché la posta in gioco è la
capacità della CGIL di riprendere il conflitto e tornare a stare dalla parte
dei lavoratori in per difendere il diritto alla contrattazione, la democrazia
sindacale, l'indipendenza del sindacato. In questa tornata assumono un ruolo
decisivo le Camere del Lavoro ed i congressi territoriali, ove sarà necessaria
la massima partecipazione e vigilanza, per evitare accordi sottobanco tra
esponenti delle 2 mozioni per la spartizione dei posti, e dove bisognerà
adoperarsi perché la mozione di minoranza possa andare ben oltre un
fisiologico 25% per puntare ad un 40% di voti. Solo in questo modo è possibile
sancire una discontinuità con l'azione sindacale della CGIL finora e con i
precedenti congressi. Sostenere la mozione di minoranza permette di aprire
spazi ad una prassi sindacale conflittuale nelle lotte, di rilanciare la
partecipazione attiva degli iscritti e dei lavoratori, di ristrutturare la
CGIL nei territori, di dire un chiaro no a contratti rinnovati sulla base
delle nuove regole anche da pezzi di CGIL.
La FIOM e il contratto separato
dei metalmeccanici
L'azione della FIOM in questi mesi
si è svolta in un pesante contesto di isolamento sindacale nella lotta. Aver
recuperato un'alleanza con altre categorie nella battaglia congressuale che
sembra attendere la CGIL tutta è stato un passo significativo. Del resto non
esistono le condizioni per una spallata operaia alla situazione che si è
venuta a creare con le nuove regole sulla contrattazione e con il contratto
separato dei metalmeccanici (che potrà essere recuperato nel tempo). Occorrerà
evitare le provocazioni e le intimidazioni in agguato, contrastare la
repressione vista la presenza sempre più ostentata di forze di polizia e
carabinieri nei siti produttivi in cui sono in corso lotte e mobilitazioni dei
lavoratori per difendersi dai licenziamenti. E se questo rimane il primo
obiettivo, insieme alla richiesta di estensione (nel tempo e nella copertura)
degli ammortizzatori sociali, lo sguardo si proietta oltre le manifestazioni
per forme di lotta e di resistenza che salvaguardino i siti produttivi, i
macchinari, la produzione, rimettendoli nelle mani dei lavoratori stessi
dentro i cancelli e non fuori. La FIOM non potrà mancare di stare dalla parte
degli operai nei prossimi mesi, quando esaurite le settimane di CIG ordinaria
e straordinaria, si aprirà il baratro dei licenziamenti e dell'espulsione dai
luoghi di lavoro.
La rottura RDB-CUB e le
prospettive del sindacalismo di base
Purtroppo, la situazione creatasi
all'interno della maggiore organizzazione del sindacalismo di base rischia di
indebolire definitivamente ed irreversibilmente, in una fase così decisiva per
il futuro del conflitto sociale in Italia, tutte le prospettive di
collaborazione, di coordinamento, di unità di intenti, di federabilità delle
lotte, persino di patto di base e di unificazione che di volta in volta si
sono accarezzate e praticate nella galassia del sindacalismo di base. Ma
proprio in questa congiuntura storica, quello che nuoce di più è la
dimostrazione di insufficienza da parte del sindacalismo di base nel porsi e
proporsi nella sua globalità come soggetto alternativo per le lotte e per la
rappresentanza sindacale. Più si stringono le maglie sui diritti sindacali e
sulla rappresentatività (vedi Libro Bianco del ministro Sacconi), più il
sindacalismo di base sembra essere incapace di federare le sue forze in un
soggetto alternativo. I rischi sono molto alti: la deriva corporativa è in
agguato nel pubblico impiego, alla desindacalizzazione incentivata dalla
controparte si può aggiungere la demotivazione a fronte di una situazione così
incerta. Non appare in questa fase un passo in avanti l'unificazione tra RdB e
SdL e tante sono le incognite sul futuro della CUB o del patto di base con la
Confederazione Cobas. Nei territori occorre dunque salvaguardare tutte le
forme di collaborazione e coordinamento tra i lavoratori aderenti ai sindacati
di base, per restituire ad essi il protagonismo dell'azione sindacale di base,
come dovrebbe essere. In questo è determinante il ruolo degli attivisti
sindacali libertari.
Ruolo della FdCA nel conflitto
sociale
-
presenza costante nelle lotte
degli attivisti sindacali anarchici e libertari
-
lotta per l'estensione degli
ammortizzatori sociali nel tempo e nella copertura per tutti i lavoratori/trici
-
favorire la nascita di comitati
dei lavoratori in CIG, precari e disoccupati per difendere occupazione e
salario
-
difesa del tessuto sindacale di
base nei posti di lavoro
-
difesa della titolarità dei
lavoratori sulla contrattazione
-
sviluppo in CGIL di un movimento
degli iscritti per la sua trasformazione democratica a partire dai territori
-
arginare fenomeni di abbandono e
desindacalizzazione in seguito alla crisi del sindacalismo di base
-
sostenere nel territorio gli
organismi sindacali di base
-
sostenere l'azione sindacale dal
basso dei lavoratori nei luoghi di lavoro e nel territorio
Commissione Sindacale
dell'FdCA
Cremona, 22 novembre 2009