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intervista
Friday September 10, 2010 18:30 by ALB Noticias
Alasbarricadas ha intervistato Ilan Shalif, un attivista anarchico di lungo corso. Abbiamo discusso con lui di come vede la situazione in Palestina-Israele, dopo l'attacco alla flottiglia di Gaza e dopo i recenti sviluppi in loco. Dove la situazione resta molto interessante per l'attività anarchica, come Ilan stesso ha scritto: Intervista con Ilan Shalif (Anarchici Contro Il Muro)Alasbarricadas ha intervistato Ilan Shalif, un attivista anarchico di lungo corso. Abbiamo discusso con lui di come vede la situazione in Palestina-Israele, dopo l'attacco alla flottiglia di Gaza e dopo i recenti sviluppi in loco. Dove la situazione resta molto interessante per l'attività anarchica, come Ilan stesso ha scritto: "In nessun paese del mondo ci si aspetterebbe che gli anarchici possano essere alla testa della più importante lotta condotta dalla sinistra radicale di quel paese. In nessun altro posto del mondo gli anarchici si confrontano con le forze di Stato in maniera non-violenta, settimana dopo settimana, allargando gradualmente i consensi, e continuare a marciare liberi anche quando la repressione chiude in carcere alcuni dei nostri compagni per poche ore o per pochi giorni. Nessuno si aspetterebbe che i fondamentalisti di Hamas possano appoggiare pubblicamente la lotta unitaria insieme ad ebrei anarchici ed atei. Nessuno poteva immaginare la popolarità e l'attenzione che i media danno oggi a poche dozzine di anarchici che in meno di 7 anni hanno cambiato il significato dell'etichetta di "anarchico" nella pubblica opinione. Nessuno pensava che la potente macchina repressiva israeliana avrebbe rafforzato l'attività degli anarchici" - Ilan Shalif, 3 agosto 2007. ALB: Ciao Ilan, ci puoi dare un'idea sulla situazione attuale del conflitto tra Israele e Palestina. Quali sono le novità dopo la costruzione del muro e l'attacco alla Freedom Flotilla? I: Come è noto sono 120 anni che è in atto un progetto sionista di insediamenti coloniali per soppiantare il popolo palestinese con gli immigrati ebrei. E sono riusciti a farlo per il 75% della Cisgiordania palestinese portando gli ebrei nelle aree conquistate dopo la guerra del 1948. La maggior parte dei palestinesi si trova ora in Giordania e nelle aree conquistate da Israele nel 1967, altri sono in Libano e sparsi in tutto il mondo come rifugiati, ormai da generazioni. Con la guerra del 1967 Israele ha conquistato quello che restava della Cisgiordania e la Striscia di Gaza, ma solo un terzo circa della popolazione è stata rimosso. Poi ci sono più di un milione di palestinesi che vivono in Israele in una condizione da cittadini di serie B. Altri 250.000 palestinesi abitano la zona est di Gerusalemme e loro sono ancor meno che cittadini di serie B. Ora la lotta è contro l'occupazione del 1967, per l'uguaglianza del resto dei palestinesi e per il diritto al ritorno dei rifugiati di entrambe le guerre. Gran parte dei dirigenti politici palestinesi vuole uno Stato palestinese sui territori dell'occupazione del 1967. E sono anche disposti a trovare un compromesso sulla questione dei profughi delle guerre, con un ritorno molto contenuto nelle aree del 1948. La maggior parte degli israeliani si rende conto che uno status quo ed un avanzamento degli insediamenti coloniali sono impossibili. Molti pensano che uno Stato che sorga ad ovest del Giordano possa essere del tutto appropriato ai fini del successo del progetto coloniale sionista e per soddisfare i diritti dei palestinesi. La destra estrema, che inizia a rendersi conto dell'impossibilità del mantenimento dello status quo e dell'avanzamento degli insediamenti coloniali, inizia a preferire più la soluzione di un solo Stato piuttosto che quella di due Stati che costringerebbe i coloni a ritirarsi nei confini precedenti al 1948. La costruzione del muro è stato un mezzo per inglobare nello Stato di Israele parte delle aree conquistare nel 1967, in vista di un imminente ritirata da quel 25% rimanente di territorio palestinese conquistato nella guerra del 1967. Per cui, l'attacco alla flottiglia di Gaza è stato un boomerang, che ha danneggiato la posizione internazionale di Israele e come prima istanza ha costretto Israele ad alleggerire la pesante pressione sui territori palestinesi, specialmente a Gaza.
Gli ACIM (Anarchici Contro Il Muro) è nato come un'iniziativa di attivisti anarchici israeliani che volevano dare una svolta alla lotta contro l'occupazione, portandovi la prassi dell'azione diretta, della lotta unitaria con attivisti di base palestinesi contro il muro della separazione. Il punto di inizio sta nel campeggio bi-nazionale nel villaggio di Mas'ha al confine con il percorso previsto per la costruzione del muro. Era la primavera del 2003. C'erano dei radicali, non anarchici, a cui però piaceva l'idea dell'azione diretta unitaria e non-violenta contro il muro e contro l'occupazione. Questa composizione politica si è mantenuta fino ad oggi. (Non si trattava di "loro", ma di "noi"... dato che faccio parte del movimento anarchico israeliano già dal 1998).
No, non si sta espandendo rapidamente. Ci sono voluti due anni di cicli di lotte relativamente brevi prima che partisse la grande mobilitazione di Bil'in. E ci sono voluti altri due anni (con l'aggiunta di altre lotte minori) prima che partisse la mobilitazione anche a Ni'ilin e Ma'sara. Negli ultimi mesi, altre lotte sono diventate persistenti, pur senza essere contro il muro. E' il caso di Hebron/Al-Khalil e Nabi Salih. Per cui la tendenza è per l'allargamento del fronte d lotta, ma non così velocemente.
Le azioni dirette a bassa intensità di scontro con le forze di Stato vengono considerate qui una peculiarità anarchica. Permettono l'unitarietà della lotta insieme agli attivisti di base palestinesi (comprese riunioni ufficiali e pianificazione delle attività) ed attirano gli attivisti internazionali ad unirsi a noi. Il successo è stato tale che persino i dirigenti di Hamas in Cisgiordania hanno appoggiato la nostra partecipazione alla lotta unitaria con i comitati popolari dei villaggi. L'International Solidarity Movement (ISM) invece è stato un'iniziativa palestinese.
Gli anarchici non solo i soli in Israele a partecipare alla lotta palestinese. Quel manifesto ne è una dimostrazione.
La cosiddetta "sinistra israeliana" costituiva soprattutto la parte più realista del campo sionista e colonialista. Persino il Partito Comunista Israeliano appoggiò la nascita di Israele nel 1948, seguendo gli ordini di Stalin. Parte della "sinistra israeliana" era composta semplicemente da liberali o da socialdemocratici. La maggior parte erano però socialisti nazionalisti che appoggiavano il progetto colonialista sionista con un approccio "umanistico". Non ci sono mai stati molti ebrei anti-sionisti in Palestina/Israele. Persino gran parte degli ebrei ortodossi anti-sionisti in Palestina divenne gradualmente favorevole all'occupazione ed agli insediamenti coloniali a partire dalla guerra del 1967.
Ad ogni modo, oggi c'è un'area crescente di anti-parlamentarismo ed anti-sionismo che viene vista come una sorta di Nuova Sinistra.
Quali sono i soggetti politici sul versante palestinese? Ci sono alternative popolari a Mahmud Abbas (Abu Mazen, attuale presidente della Palestina) o ad Hamas? Ci sono alcuni piccoli movimenti ex-comunisti ed il nuovo movimento indipendente intellettuale di Mustafa Barghuthi. Ci sono anche alcuni che sono meno corrotti all'interno della seconda generazione di Fatah.
La gente non si fa più illusioni sulla saggezza dei dirigenti politico-militari. C'è pure qualcuno che ha aperto gli occhi dopo lo scandalo internazionale.
C'è un flusso sporadico di informazioni, ma è ancora troppo pericoloso tenere contatti diretti.
Prima di congedarti ed augurarti buona fortuna, ci dici qualcosa sulla repressione contro gli Anarchici Contro il Muro? Il livello della democrazia israeliana è ancora alto per gli ebrei. Le forze di Stato ci procurano un po' di guai, ma nessun militante anarchico è stato finora ucciso, solo uno è stato gravemente ferito e solo 3 sono finiti in carcere per un mese (per essersi rifiutati di pagare la cauzione o di scontare la pena con un servizio per la comunità in alternativa al carcere). Quando ci arrestano per aver violato la legge, ci incriminano, ma in genere ci rilasciano nel giro di poche ore e più raramente oltre le 30 ore.
Per altre informazioni:
http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/ |
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