The Militarization of Policing: Defending the Movements, Challenging the Police 23:20 Jan 13 0 comments La Cárcel Es La Muerte Social 19:44 Oct 29 0 comments Celda Colombia 23:09 Jun 10 0 comments Cali: ¿Una guerra ajena? Ejecuciones y política estatal 06:27 Apr 01 0 comments Belarus speaking tour in Britain 00:04 Feb 17 0 comments more >> |
Recent articles by Salvatore Santoru
Afghanistan:10 anni di guerra e occupazione ... per il controllo della... 0 comments Recent Articles about Irlanda / Gran Bretagna Criminalità Carcere PenaAnti interment vigil in Dublin Dec 22 15 Injustice by the British justice system Oct 18 15 Ten Years of the PSNI- What has changed? Dec 23 11 Londra brucia: la criminalizzazione del dissenso continua
irlanda / gran bretagna |
criminalità carcere pena |
altra stampa libertaria
Wednesday August 10, 2011 22:08 by Salvatore Santoru
Tutto incominciò il 5 agosto 2011 quando un ventinovenne nero, Mark Duggan, venne ucciso dalla polizia, un'ennesimo "omicidio di stato" rimasto impunito. Oggi da quel tragico fatto sono passati quattro giorni, e a Londra, la città dove avvenne l'omicidio, si respira aria di rivolta, di guerra civile, di riscatto da parte degli emarginati, dei giovani, degli esclusi dal "sistema" ormai stanchi delle ingiustizie e delle violenze di un regime dittatoriale basato su forti disuguaglianze sociali e economiche (secondo un rapporto dell'Ocse il "democratico" e "libero" stato inglese è al quinto posto tra i paesi con più alta disuaglianza economica), su un'alta corruzione (si veda il recente scandalo Murdoch) nei più alti vertici politici, finanziari e militari, regime sempre pronto a impugnare la linea dura della repressione contro qualsiasi forma di dissenso, regime che si autoconserva con la strategia della paura, del terrore e di un'indiretto razzismo (vedasi i proclami del dittatore Cameron contro il multiculturalismo, dietro cui si cela la solita propaganda colonialista, o la sempre più diffusa islamofobia, o meglio l'odio verso gli immigrati arabi e ancora verso tutti i "diversi"), regime basato sulla "cultura" del militarismo e sul culto delle autorità, in politica estera aggressivo e ferocemente guerrafondaio, regime che da centinaia di anni è ancora guidato dalla dinastia tirannica degli Windsor, regime ancora orientato alla monarchia più o meno "assolutista", monarchia che non ha nulla da invidiare alle dinastie dei tiranni mediorientali (Arabia degli Al Saud, Bahrein degli Al Khalifa ecc) e che anzi con questi ultimi è in ottimi rapporti (e affari) se non in legami di protezione. Ritornando alle proteste, il dittatore Cameron ha additato i rivoltosi come "gruppi di criminali", e questo la dice sulla lunga su come viene considerato il popolo da parte dell'elitè. Naturalmente alla propaganda del regime hanno fatto eco i vari mass media occidentali pronti a criminalizzare i rivoltosi e a schierasi (indirettamente) dalla parte della polizia sanguinaria e, ricordiamolo, artefice dell'omicidio di un ragazzo da cui è nata la rivolta. Tra l'altro la polizia inglese, che tanto si santifica e si prende ad esempio, è specializzata nella "tolleranza zero" e la recente proposta della caccia all'anarchico, primo passo per la repressione di tutte le voci critiche, ne è una prova. Non solo: l'Inghilterra non brilla certo nel rispetto dei diritti umani (al di là della strumentalizzazione degli stessi per loschi scopi da parte dei dittatori di turno, dei tiranni monarchici) e il caso del prigioniero politico irlandese che rischia di morire in carcere ne è una dimostrazione. E ancora: è di questi giorni la notizia del militare (mercenario) inglese impiegato nell'invasione dell'Afghanistan specializzato nel collezionare dita tagliate a talebani o presunti tali morti, fatto che nonostante tutto non desta sorpresa se si pensa all'americano Kill Team. Ritornando ai mass media, è interessante come essi hanno supportato e supportano le rivoluzioni arabe, giustissime e partite con intenzioni simili, e invece quando le rivolte succedono in patria o nelle "vicinanze" subito arrivano i soliti distinguo (lotta contro la TAV docet), le prese di distanze e sempre più frequentemente le criminalizzazioni del dissenso (vedere anche criminalizzazione del dissenso: lo spauracchio black block). Insomma, un bel pò di ipocrisia. Comunque, se veramente si ha a cuore la democrazia e la libertà (intendendo quelle vere) si dovrebbe sostenere non solo le rivolte arabe attualmente in corso (dall'Egitto alla Tunisia, passando per Bahrein, Arabia, Yemen, Siria naturalmente tenendo presente le differenze tra tutti questi paesi) ma anche le rivolte che avvengono contro il nostro sistema, che è molto lontano dall'essere il migliore possibile (come invece sostengono gli apologeti occidentalisti e delle guerre "umanitarie"), dunque le rivolte in Israele, in Inghilterra, Grecia, Spagna senza dimenticare il Cile. |
Front pageSupport Sudanese anarchists in exile Joint Statement of European Anarchist Organizations International anarchist call for solidarity: Earthquake in Turkey, Syria and Kurdistan Elements of Anarchist Theory and Strategy 19 de Julio: Cuando el pueblo se levanta, escribe la historia International anarchist solidarity against Turkish state repression Declaración Anarquista Internacional por el Primero de Mayo, 2022 Le vieux monde opprime les femmes et les minorités de genre. Leur force le détruira ! Against Militarism and War: For self-organised struggle and social revolution Declaração anarquista internacional sobre a pandemia da Covid-19 Anarchist Theory and History in Global Perspective Capitalism, Anti-Capitalism and Popular Organisation [Booklet] Reflexiones sobre la situación de Afganistán South Africa: Historic rupture or warring brothers again? Death or Renewal: Is the Climate Crisis the Final Crisis? Gleichheit und Freiheit stehen nicht zur Debatte! Contre la guerre au Kurdistan irakien, contre la traîtrise du PDK Meurtre de Clément Méric : l’enjeu politique du procès en appel |