Comunicato FdCA per la manifestazione a Milano del 14-01-06
Dobbiamo riprenderci spazi di libertà e di condivisione, spazi di dibattito per elaborare le nostre strategie per avere tutta la libertà che ci spetta. Dobbiamo lavorare per la cancellazione di leggi liberticide come la Legge 40. Dobbiamo lavorare per mettere in discussione la sorveglianza sanitaria come espressione del potere dello STATO sulla salute dei cittadini che in particolare si esplica in maniera discriminatoria sulla salute riproduttiva delle donne con una mancanza di stanziamenti alla Sanità pubblica e con un difficile accesso a farmaci contraccettivi, come la pillola del giorno dopo, e al farmaco per l’interruzione di gravidanza RU 486.
Questa legge ha 18 anni, è maggiorenne, come le donne che sono responsabili della loro salute riproduttiva e utilizzano gli anticoncezionali. E il calo della natalità nel nostro paese è legato al precariato delle giovani donne, discriminate sul lavoro e private della di una vita lavorativa e pubblica soddisfacente, non certo dal ricorso all’aborto.
E anche se ogni tanto ministri o uomini politici di destra o di centro, soprattutto sotto campagna elettorale, si esprimono in maniera critica sulla 194, oppure la mettono in discussione, la legge non ha subito più attacchi reali negli ultimi anni e né il governo Prodi, né i terribili 5 anni di Berlusconi, durante i quali sono state fatte e disfatte tante leggi per i comodi della destra conservatrice e soprattutto del suo premier, hanno toccato la 194.
Per questo occorre fare una riflessione. La destra, a braccetto con la Santa Sede, ha prodotto una legge che limita in maniera vergognosa e contraria ai diritti umani, la libertà di scelta delle donne in Italia, la legge 40 per la quale, in modo rovesciato rispetto alla 194, lo Stato decide chi può avere dei figli con le tecniche di riproduzione assistita e chi invece può solo sognarseli perché è infertile fisicamente o solo perché donna sola o lesbica. Come donne, come femministe, come movimento libertario, come cittadini e cittadine di questo paese abbiamo subito una pesante sconfitta, un terribile macigno che è risultato ancora più pesante dopo il fallimento del referendum.
Ed ora ci troviamo qui secondo qualcuna a chiedere impegni sulla 194, ma sappiamo bene che non è questo il punto. Occorre capire che la libertà delle donne e l’autodeterminazione devono essere senza SE e senza MA, che la 194 non si tocca perché è ormai patrimonio condiviso di un paese civile e che le nostre richieste e le nostre pretese devono guardare avanti. Non si deve accettare nessuno scambio elettorale sulla libertà delle donne, non ha senso chiedere impegni su qualcosa che abbiamo già, sarebbe miope e vorrebbe dire che lo spauracchio ancora vince sulla nostra volontà di libertà. Dobbiamo riprenderci spazi di libertà e di condivisione, spazi di dibattito per elaborare le nostre strategie per avere tutta la libertà che ci spetta. Dobbiamo lavorare per la cancellazione di leggi liberticide come la LEGGE 40. Dobbiamo lavorare per mettere in discussione la sorveglianza sanitaria come espressione del potere dello STATO sulla salute dei cittadini che in particolare si esplica in maniera discriminatoria sulla salute riproduttiva delle donne con una mancanza di stanziamenti alla Sanità pubblica e con un difficile accesso a farmaci contraccettivi, come la pillola del giorno dopo, e al farmaco per l’interruzione di gravidanza RU 486. alla faccia del tentativo della chiesa cattolica di giocare sul senso di colpa delle donne, perché noi non abbiamo nessuna colpa e del precetto biblico patriarcale secondo il quale la donna deve soffrire sia quando partorisce sia quando non partorisce.
Federazione dei Comunisti Anarchici
12 gennaio 2006