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Sud Africa - Finanziaria 2012: una manovra fatta dalla classe al potere per se stessa

category africa meridionale | economia | opinione / analisi author Tuesday March 06, 2012 18:38author by Shawn Hattingh - Zabalaza Anarchist Communist Frontauthor email zacf at riseup dot net Report this post to the editors

Ancora una volta molto clamore è scoppiato sui media in seguito alla presentazione del bilancio dello Stato del Sud Africa. La finanziaria 2012, comunque, è una volta di più la dimostrazione del programma della classe al potere dell'ANC: liberalizzazioni, tagli alla spesa per i poveri e sussidi per i ricchi. Dalla legge di bilancio e da altre fonti risulta evidente che l'ANC, a dispetto dell'isteria dei media, non ha alcun interesse per le nazionalizzazioni. Lo Stato, dunque, cerca in gran parte di affrontare la crisi economica globale con il ricorso al mondo delle imprese, come al solito. [English]
Ministro delle Finanze, Pravin Gordhan
Ministro delle Finanze, Pravin Gordhan


Sud Africa - Finanziaria 2012: una manovra fatta dalla classe al potere per se stessa


Ancora una volta molto clamore è scoppiato sui media in seguito alla presentazione del bilancio dello Stato del Sud Africa. La finanziaria 2012, comunque, è una volta di più la dimostrazione del programma della classe al potere dell'ANC: liberalizzazioni, tagli alla spesa per i poveri e sussidi per i ricchi. Dalla legge di bilancio e da altre fonti risulta evidente che l'ANC, a dispetto dell'isteria dei media, non ha alcun interesse per le nazionalizzazioni. Lo Stato, dunque, cerca in gran parte di affrontare la crisi economica globale con il ricorso al mondo delle imprese, come al solito.

Eppure i giornali del mondo delle imprese hanno fatto un capitombolo nell'apprendere che nel bilancio dello stato sono stati stanziati miliardi di rand in infrastrutture e sviluppo per le "Zone Economiche Speciali", probabilmente per creare occupazione e sostegno al lavoro per i poveri. Molto è stato fatto per spendere più del 50% del bilancio dello Stato in servizi sociali. Una sorta di messaggio, da parte dei media pubblici e privati e dai dirigenti dei partiti del South African Communist Party (SACP) e dell'African National Congress (ANC), per far intendere che nel bilancio ci sono aiuti per i poveri e per creare posti di lavoro. Il Ministro delle Finanze, Pravin Gordhan, era stato presentato come una scelta per dare speranza ai nullatenenti e per dare una mano ai settori più marginali della società, trovando risorse nel bilancio statale. Purtroppo nel bilancio statale non ci sono provvedimenti per rimuovere le cause della povertà, dato che le risorse vengono utilizzate in realtà per fornire piccoli sussidi e per puntellare ospedali statali e scuole comunali fatiscenti.

Al pari della povertà, anche la disoccupazione dilagante non viene affrontata con vere politiche di contrasto da parte della classe al potere e nel bilancio se ne ha la prova. Il tasso di povertà continua a crescere e di conseguenza si diffondono anche le proteste nei quartieri ghetto. Lo Stato è costretto in una situazione in cui deve fornire un certo welfare sia per ragioni contingenti che per ragioni connesse allo storico malcontento e alle lotte. Dopo aver causato il problema - cioè ancora più indigenza - ora lo Stato e le elite al potere devono trovare qualche soluzione parziale che si traduce in più welfare. Questo è dunque ciò che viene presentato dai politici ai media in forma di interventi a favore dei poveri.

Ma lo Stato esiste davvero per aiutare i poveri?

Gli Stati, compreso quello sudafricano del post-apartheid, non hanno mai intrapreso azioni che fossero puramente dirette ad assistere i lavoratori ed i poveri, se non costretti dalla lotta di classe. Per cui gli attivisti del SACP e del Congress of South African Trade Unions (Cosatu) commettono un errore decisivo quando credono che lo Stato possa essere utilizzato per favorire gli interessi della classe lavoratrice. Se si esamina il ruolo storico svolto da tutti gli Stati, risulta evidente che essi non sono entità sotto il controllo di tutti e per il bene di tutti; essi sono piuttosto il pilastro centrale del potere della classe dirigente al potere: cioè dirigenti di Stato e capitalisti. Per cui gli Stati sono volutamente strutturati in modo gerarchico allo scopo di poter svolgere la loro funzione principale di protezione e promozione degli interessi delle classi dominanti.

Gli Stati sono, dunque, difensori del sistema di classe, sono un corpo centralizzato che concentra il potere necessariamente nelle mani di una elite. Ed è così anche in un sistema parlamentare come in Sud Africa: una elite ristretta - compreso Pravin Gordhan - prende le decisioni, dà gli ordini e li fa eseguire attraverso lo Stato.

Già l'anarchico Piotr Kropotkin tempo fa aveva individuato nello Stato in ultima analisi il protettore dei privilegi della classe dominante. Attraverso il potere esecutivo, legislativo, giudiziario e repressivo, lo Stato protegge sempre la minoranza che detiene la proprietà (sia essa privata o di stato), e cerca di schiacciare qualsiasi minaccia che possa insorgere contro il continuo sfruttamento e l'oppressione della classe lavoratrice. Tutti gli Stati, ovunque, sono sempre intervenuti nell'economia a favore della classe dominante. Proprio come diceva Kropotkin:

"lo Stato ha sempre interferito nella vita economica a vantaggio del capitalista sfruttatore. Gli ha sempre garantito protezione per i suoi furti e fornito supporto per il suo ulteriore arricchimento. E non potrebbe essere diversamente. Fare tutto questo è una delle funzioni - la missione in capo - dello Stato."

La politica di bilancio è un intervento per la classe dominante

Il bilancio è un riflesso perfetto per capire come lo Stato interviene a favore della classe al potere. Il 50% del bilancio del 2012 va direttamente a spese per la polizia, per l'esercito e per sussidi ai capitalisti per finanziare la creazione delle infrastrutture. L'altro 50%, presentato come interventi per il welfare, è un misto di spesa per servizi pubblici (come scuole, ospedali, università), magri sussidi per l'assistenza e stipendi per il personale. In cui bisogna distinguere tra i lavoratori pubblici (dagli insegnanti agli spazzini), che percepiscono bassi stipendi (come dimostrato dagli scioperi del 2007 e del 2010), ed i dirigenti anziani i cui stipendi resteranno i più alti possibile.

Il bilancio dello Stato del Sud Africa del 2012, dunque, fornisce un indice attendibile di come gli stati intervengono in economia per favorire ricchi e potenti. Se da un lato lo Stato sudafricano ed i media sostengono che il massiccio intervento per lo sviluppo proposto nella finanziaria 2012 è in primo luogo indirizzato a creare opportunità di lavoro, dall'altro la realtà è alquanto diversa. Certamente, verranno creati posti di lavoro dal mantenimento delle infrastrutture e dai progetti di espansione presentati nel bilancio, per una spesa di 3.200 miliardi di rand [ca. €320 miliardi, ndt] oltre a quella degli ultimi anni, ma lo scopo di base è quello di sviluppare strade, ferrovie e porti. Le aziende private saranno impegnate su questo versante. I posti di lavoro attivati da queste imprese saranno limitati e ad alto tasso di sfruttamento ed in molti casi a breve termine. Una volta finite le opere, le grandi aziende coinvolte nell'industria dell'export ne saranno i veri beneficiari. Poter contare su strade più efficienti, ferrovie più funzionanti e porti più attivi nonché su bassi costi dell'elettricità, farà crescere i loro profitti. Pravin Gordhan in alcuni passaggi del suo discorso sul bilancio è stato abbastanza esplicito su questo: "i miglioramenti da portare alle infrastrutture economiche come i porti, le strade e le centrali elettriche risponderanno alle necessità del mondo economico".

Nel complesso, dunque, lo sviluppo delle infrastrutture è finalizzato a rendere più efficiente l'economia capitalista del Sud Africa, a vantaggio delle imprese statali (come la ESKOM - Electricity Supply Commission), delle aziende private locali (come Murray e Roberts), e dei loro alleati delle multinazionali. Il paese esporterà materie prime e prodotti finiti, tuttavia resteranno enormi ritardi nel soddisfacimento dei bisogni di base, soprattutto nelle spaventose condizioni dei quartieri popolari.

Lo scopo principale, dunque, non è fornire infrastrutture o servizi per la classe lavoratrice; quanto piuttosto fare infrastrutture per agevolare i profitti delle aziende capitalistiche. La tanto propagandata creazione di posti di lavoro che presumibilmente accompagnerà i progetti di queste infrastrutture, dunque, non è l'obiettivo primario nei progetti del Ministero delle Finanze. L'obiettivo è piuttosto quello di far crescere il potere ed i profitti di una sezione della classe dominante.

Le aziende che traggono beneficio dai progetti infrastrutturali cercheranno naturalmente di massimizzare i profitti. Per cui cercheranno di utilizzare meno lavoratori possibile, da pagare il meno possibile, per farli lavorare quanto più possibile. Il che significa che dare lavoro alle gente non sarà l'obiettivo primario per le aziende private coinvolte nei piani di sviluppo infrastrutturale. Tenderanno, infatti, ad impiegare meno lavoratori possibile per poter estrarre quanto più profitto possibile.

La polarizzazione del bilancio verso la classe dominante è visibile anche nei piani per creare le "speciali zone economiche". Queste non sono che un eufemismo per dire "zone franche". In tutto il mondo, le "zone franche" sono diventate vantaggiose per le imprese. Quelle che investono in queste zone hanno goduto di enormi agevolazioni fiscali e sono state esentate dall'applicazione della legislazione sul lavoro. Naturalmente, nelle zone franche ci sono stati effetti negativi per i lavoratori. In base alla progettazione, essi non hanno diritti legali, non possono di solito costituire sindacati e possono essere licenziati a piacimento. Dal bilancio statale 2012 del Sud Africa si evince anche quali vantaggi economici porteranno agli investitori queste "speciali zone economiche". Per esempio, il bilancio 2012 stabilisce che "sono allo studio sgravi fiscali per le imprese che investono in queste zone, tra cui una riduzione dell'imposta sul reddito d'impresa".

Gli sgravi fiscali per le grandi imprese sono diventati uno dei temi più importanti nelle politiche del Sud Africa da quando l'ANC è giunto al potere. Nel 1994 l'aliquota fiscale per le imprese era del 48%. Da allora è scesa fino al 28%, garantendo una maggiore redditività. Sono crollate anche le aliquote fiscali per i percettori di alti redditi, mentre la pressione fiscale è stata spostata sulla "classe media" (tramite le imposte sul reddito e le tariffe) e sulla classe lavoratrice (attraverso l'IVA, i pedaggi autostradali, le accise sulla benzina e le tasse sui beni voluttuari). Questa politica di spostamento della pressione fiscale sulla classe operaia è presente anche nella finanziaria 2012. Mentre imposte, come i pedaggi autostradali, le accise sulla benzina e le tasse sui beni voluttuari sono state aumentate, le imposte secondarie sulle imprese - specificatamente quelle riscosse sui pagamenti dei dividendi - sono state abrogate e sostituite con una ritenuta fiscale. Inoltre, i fondi pensione, che nel contesto del Sud Africa sono imprese gigantesche coinvolte nella speculazione, saranno esentati dalle imposte sui dividendi che ricevono. Se da un lato sono stati promessi gli sgravi fiscali agli investitori nelle "speciali zone economiche", dall'altro l'IVA - che è un'imposta principalmente diretta a lavoratori e disoccupati - rimane al 14%. E' dunque chiaro che le disposizioni fiscali contenute nella finanziaria 2012 sono ancora una volta sbilanciate a favore delle imprese.

Nel bilancio 2012 si trova anche che lo Stato ritiene necessario dover aumentare le tariffe sull'energia elettrica: cosa che si aggiunge ai già pesanti aumenti apportati negli anni scorsi. Considerando che la maggior parte delle imprese gode già di tariffe sull'elettricità più basse di quelle dei singoli utenti, e le periferie a tassi inferiori rispetto ai quartieri popolari, gli aumenti dei prezzi dell'energia elettrica colpiranno direttamente la classe operaia.

Nel bilancio si rende esplicito il perché lo Stato vuole prezzi più alti per l'elettricità. Gordhan ha dichiarato che prezzi più alti si sono resi necessari affinché ESKOM, che ha ampliato la sua capacità a vantaggio delle imprese sue clienti, possa ripagare i suoi debiti. Prezzi più alti per l'energia servono anche per attrarre investimenti privati nel campo dell'energia, un obiettivo strategico dello Stato, che risale al 1987. Gordhan, quando si parla più ampiamente del settore dell'energia elettrica, fa notare che ‘sono stati i produttori indipendenti di energia a vincere la gara per fornire 1200 Mw di energia elettrica al paese". Non c'è dubbio che lo Stato spinga per aumentare i prezzi per poter ulteriormente favorire i profitti di queste imprese indipendenti dell'energia.

Il modo in cui gli Stati intervengono nell'economia a vantaggio delle imprese risulta evidente anche nei piani annunciati per il settore finanziario nella legge di bilancio del Sud Africa per il 2012. Si prevede una imminente semplificazione per "gli investimenti transfrontalieri dentro e fuori il Sud Africa. Cioè, lo Stato renderà più facile per le imprese investitrici spostare denaro dentro e fuori il Sud Africa. Tali misure renderebbero più facile per le imprese legate al Sud Africa investire in altri paesi africani. Infatti, il bilancio 2012 impegna lo Stato ad aiutare sia le imprese private che statali collegate al Sud Africa ad espandersi ulteriormente nel continente.

Il motivo per cui le imprese sudafricane vogliano investire negli altri paesi africani sta nel basso costo della manodopera, nella legislazione ambientale alquanto lasca, nella tendenza degli Stati locali ad essere conniventi con gli investitori in abusi e sfruttamento, per cui i profitti delle privatizzazioni sono garantiti. Lo Stato sudafricano è, pertanto, disposto non solo a facilitare lo sfruttamento dei lavoratori in questo paese, ma anche in tutta l'Africa. Incapace di penetrare nei mercati asiatici ed europei, la classe dominante sudafricana conta sulla sua posizione chiave in Africa, specialmente nell'Africa meridionale, per cercare di espandere le proprie opportunità di ricchezza, di investimenti e di esportazioni.

E' chiaro che molte delle disposizioni previste nel bilancio 2012 sono destinate a sostenere le imprese e sono intrise di neoliberismo. Per cui il bilancio dello stato è stato delineato da un settore della classe dominante del paese per se stessa.

Quale welfare offre lo Stato?

Oltre il 50% dei mille miliardi di rand che lo Stato prevede di spendere nel 2012, come riportato dalla stampa, sarà diretto ai servizi sociali ed al welfare. Vi sono incluse risorse per gli alloggi, sussidi per i bambini, pensioni, assistenza sanitaria e istruzione. Naturalmente, più soldi vanno alla classe operaia, meglio è. Se non fosse stato per le continue proteste nei quartieri popolari, lo stanziamento per il welfare sarebbe stato probabilmente inferiore. Il fatto che lo Stato metta a disposizione dei soldi per il welfare, non dovrebbe essere visto però come indice di buone intenzioni da parte dello Stato verso le masse popolari. Piuttosto, è il capitalismo a creare il bisogno di welfare. Nella sua azione di sfruttamento e di oppressione, il capitalismo genererà e manterrà sempre una situazione in cui alcune persone dispongono di molto poco. Quando queste persone si ribellano, a volte ottengono un po' di welfare.

La ragione per cui il capitalismo crea il bisogno di welfare è perché in una società capitalistica una elite minoritaria di persone (dirigenti di stato e capitalisti) ha il monopolio sui mezzi di produzione, grazie ai diritti di proprietà garantiti dallo Stato. Questo stato di cose porta ad una espropriazione ai danni della maggioranza del popolo. Come scriveva Malatesta:

"la proprietà permette ai proprietari di vivere del lavoro degli altri e dunque di poter dipendere dall'esistenza di una classe di diseredati e di espropriati costretti a vendere il loro lavoro ai proprietari per un salario inferiore al suo valore reale".

Anche la disoccupazione è parte integrante del capitalismo; e così ancora una volta si crea la necessità di un qualche welfare. Dato che i capitalisti perseguono la massimizzazione dei loro profitti, cercano di assumere il minor numero possibile di dipendenti per abbassare i costi. Hanno anche automatizzato la produzione per garantirsi un minor numero di lavoratori necessari e così i profitti possono crescere. L'anarchico russo Alexander Berkman metteva in evidenza tutto questo:

"Il capitalismo non è interessato al benessere del popolo. Il capitalismo, come già detto, è interessato solo al profitto. Dando lavoro a meno persone e facendole lavorare più a lungo si possono fare maggiori profitti che non facendo lavorare meno ore più persone [...] più duramente e più "efficientemente" lavori e più ore stai al lavoro, tanto meglio per il tuo datore di lavoro e per i suoi profitti. Si può dunque vedere come il capitalismo non abbia interesse a dare lavoro a tutti coloro che vogliono e possono lavorare. Al contrario: un minimo di "mani" ed un massimo di sforzi sono alla base del principio e del profitto del sistema capitalistico".

In tempi di crisi, anche la disoccupazione si aggrava. Lo si può notare dal fatto che in Sud Africa oltre 1 milione di persone ha perso il lavoro in pochi anni. Ciò deriva dal fatto che uno dei sistemi con cui i singoli capitalisti possono cercare di uscire dalla crisi è quello di impiegare meno persone per cercare di aumentare i loro profitti - portando al picco la disoccupazione nei tempi di recessione.

Inoltre il sistema non genera lavoro utile, o lavoro per soddisfare i bisogni delle persone, ma dà lavoro solo quando torna utile ai padroni della classe dominante. Dato che il capitalismo punta a massimizzare i profitti, la stessa produzione capitalistica si è sbilanciata verso prodotti destinati a coloro che hanno più soldi. Così, i beni di lusso sono prodotti per i ricchi che dispongono di denaro, mentre i bisogni di base per la classe lavoratrice come gli alloggi, gli ospedali ed i trasporti pubblici sono, nei fatti, relativamente sotto-prodotti. La ragione di questo sta nel fatto che il fornire prodotti direttamente alla classe operaia non è vantaggioso, dal momento che questa classe dispone di poche risorse. Perciò, nella società capitalistica, vi è un relativo eccesso di offerta di beni di lusso per pochi; ed una relativa insufficienza di offerta di beni necessari per la maggioranza.

Messi sotto pressione, gli Stati provvedono a fornire un po' di welfare, ma non possono mettere fine al sistema che ne genera il bisogno. La creazione di welfare in Sud Africa, come ovunque, è una vittoria per la classe lavoratrice ma anche un segno dello sfruttamento e della dominazione sulla classe lavoratrice. Gli Stati, comunque, cercano sempre di fare un sacco di propaganda sul fatto che forniscono welfare, tuttavia fanno parte del sistema che porta al bisogno di welfare. Quando gli Stati forniscono welfare dicono di agire al servizio dei poveri e dei lavoratori; mentre in realtà non fanno che facilitarne lo sfruttamento e l'oppressione. E' questa ambiguità che portò Malatesta a sostenere che lo Stato: "non può sopravvivere a lungo senza nascondere la sua vera natura dietro una pretesa di utilità generale; non può imporre il rispetto per la vita delle persone privilegiate se non si mostra esigente verso il rispetto per la vita umana, non può imporre l'accettazione dei privilegi per pochi se non finge di essere il guardiano dei diritti per tutti". Costretto a fornire una certa sicurezza di base, lo Stato allora la spaccia per una sua gentilezza. Tramite le sue politiche, compreso il bilancio del 2012, lo stato sudafricano va all'attacco dei lavoratori e dei poveri, mentre gli concede un po' di welfare per acclamarsi loro difensore.

Se da un lato si fa grande propaganda per la spesa per i servizi sociali e per il welfare, la verità è che lo stato del Sud Africa tira fuori il minimo indispensabile. Nel bilancio 2012, i sussidi per i figli sono stati fissati ad un massimale di 280 rand (€28) al mese; mentre le pensioni sono state fissate ad appena oltre 1.000 rand (€100). Siamo ben sotto la soglia di povertà in Sud Africa. Parimenti, anche se nel budget i fondi per l'istruzione e l'assistenza sanitaria appaiano consistenti, quando si va vedere quanto va ad ogni studente o ad ogni paziente, si scopre che si tratta di una miseria. Gli ospedali e le scuole dello Stato restano drasticamente sottofinanziati. In alcune scuole il rapporto insegnante/alunni è di oltre 1 a 50 ; mentre in molti ospedali i pazienti devono dormire sul pavimento, provvedere da sé alla biancheria ed al cibo. I tassi di abbandono per gli studenti neri dei quartieri popolari restano alti come ai tempi dell'apartheid; l'istruzione di stato per la classe lavoratrice è un disastro che nessuna riforma dei programmi scolastici può nascondere.

L'obiettivo, dunque, dello stato sudafricano sembra essere quello di distribuire quanto basta per impedire che il popolo metta radicalmente in discussione gli squilibri e le diseguaglianze che segnano il paese. La classe operaia nera continua ad essere pesantemente sfruttata ed oppressa, la grande maggioranza dei residenti nei quartieri popolari vive in uno stato di grande indigenza, ma lo Stato cerca di fingere di occuparsi di questa parte della popolazione facendo propaganda dei servizi sociali che offre, quando in realtà questo programma è estremamente limitato. Il divario tra l'elite - composta di neri e bianchi - e la classe operaia - composta sia di neri che di bianchi - continua ad allargarsi. Infatti, il Sud Africa è statisticamente la società più ineguale al mondo e non è un caso che gli attuali livelli di spesa per i servizi sociali e per il welfare non hanno scalfito per niente questo dato.

Gran parte del denaro che lo Stato spende per i servizi sociali viene anche dirottato dai dirigenti statali, dagli appaltatori privati e dai consulenti. La crescente privatizzazione dei servizi sociali e del welfare in Sud Africa ha aperto la porta ad ulteriore corruzione. Coloro i quali si presentano come campioni dei poveri, come Julius Malema (controverso esponente politico dell'ANC, ndt), si fanno i milioni attraverso contratti truccati dati ai fornitori privati di servizi, tra cui i servizi per gli ospedali e per i programmi di alloggi popolari. Infatti, lo Stato tende a non costruire direttamente le abitazioni, ma piuttosto ad appaltare i lavori ad imprese private. Per massimizzare i profitti, queste imprese usano materiali di scarsa qualità a basso costo e tirano su le case il più velocemente possibile. Il risultato sono case minuscole, che spesso diventano inagibili dopo pochi anni. Poiché il sistema del welfare in Sud Africa ed a livello globale opera all'interno dei confini del capitalismo e dello Stato, l'elite dominante cerca di mungere il sistema. Nella Provincia del Capo Occidentale, ad esempio, il Dipartimento del Premier [presidente della Provincia] - che non produce niente di tangibile - dispone di un budget che è un terzo pieno del fondo per gli alloggi della Provincia. Così, la classe dominante cerca di sfruttare i vantaggi che derivano dalla fornitura di servizi sociali e di welfare, sia attraverso gli alti stipendi, che con i contratti o le tangenti. Il sistema crea la povertà della classe operaia e poi, quand'anche le masse ottengano un po' di welfare, questo viene corrotto dalla classe dominante ed usato per i suoi interessi.

Conclusione

La realtà è che la classe lavoratrice sudafricana contribuisce direttamente alla maggior parte delle risorse che vanno a costituire il bilancio, tramite il pagamento dell'IVA, delle tasse sui beni voluttuari, delle accise sulla benzina. Oltre a questo, i lavoratori producono tutta la ricchezza della società. Questo significa che anche le imposte sulle imprese che vanno nel bilancio dello stato, provengono dall'estrazione di plusvalore dai lavoratori. Senza i lavoratori non si potrebbero né costruire né far funzionare le macchine; non sarebbero garantiti i servizi; non sarebbe possibile nemmeno l'estrazione di plusvalore da parte dei padroni. Alla luce di questo, la classe lavoratrice dovrebbe essere furibonda del fatto che venga espropriata della ricchezza che crea, non solo nel momento della produzione, ma anche tramite le tasse statali, e che venga poi usata anche nel bilancio dello stato per dare ancora profitti alla classe dominante.

E' anche alla luce del fatto che la classe lavoratrice produce tutta la ricchezza della società, che i lavoratori ed i poveri non dovrebbero vedere gli interventi per il welfare nel bilancio 2012 come un favore, un regalo o un atto di carità, bensì come un loro diritto. Infatti, i lavoratori ed i poveri dovrebbero mobilitarsi per rivendicare più welfare e migliori servizi sociali da parte dello Stato. Dovrebbero rivendicare che vengano sempre più aumentate le risorse disponibili nel bilancio dello stato per i servizi sociali. Lo Stato ed i capitalisti sono coloro che hanno derubato i lavoratori ed i poveri, tramite lo sfruttamento e le tasse, ed è a questi ladri che vanno poste le rivendicazioni.

E' essenziale che i lavoratori ed i poveri vincano per le riforme qui ed ora. Queste lotte per conquiste immediate dovrebbero essere usate per cercare di migliorare la vita delle persone, per costruire fiducia, per costruire l'orgoglio di classe, per rafforzare le organizzazioni della classe lavoratrice. Infine, la battaglia per le riforme deve, comunque, trasformarsi in contro-potere rivoluzionario che possa realmente e radicalmente sfidare lo Stato ed il sistema capitalistico. Devono essere raggiunti obiettivi fondamentali come la dignità umana, il lavoro per tutti, un lavoro non alienante, un'istruzione dignitosa, la fine del sistema dei quartieri ghetto e del lavoro sottopagato. Ma sono obiettivi che non possono essere conquistati interamente nell'attuale sistema capitalistico.

Ogni conquista è importante, ma se ciascuno avrà una casa dignitosa, elettricità, acqua, assistenza sanitaria, buoni servizi nel territorio ed un reale controllo sulla propria vita, allora lo Stato ed il capitalismo devono finire, poiché questi sistemi esistono per dominare, per opprimere e per sfruttare le persone. Le imprese che forniscono servizi, come le abitazioni, l'acqua e l'elettricità, devono diventare proprietà collettiva di tutti ed essere gestite secondo il principio dell'autogestione dei lavoratori. Solo in un mondo in cui non vi sono Stati e capitalismo, né padroni e politici, e nemmeno gerarchie, sarà possibile gestire democraticamente i quartieri e l'economia - tramite le assemblee ed i consigli - di modo che tutta la ricchezza potrebbe essere socializzata per soddisfare i bisogni di tutti. L'importanza della lotta per trasformare la battaglia per le riforme in un movimento rivoluzionario non può essere sottovalutata. Senza questa lotta, non si spezzerà mai il ciclo che vede il bilancio di Stato fatto dalla classe dominante per se stessa, con i lavoratori ed i poveri a raccogliere solo e sempre le briciole.

Shawn Hattingh
Zabalaza Anarchist Communist Front - ZACF
Sud Africa

Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali.


Fonti:

  • M. Merten, 11 Feb 2012, "Mine Nationalisation not ANC policy", IOLNews, http://www.iol.co.za/news/politics/mine-nationalisation-not-anc-policy-1.1232105
  • R. Vollgraaff, 30 October 2011, "Gordhan Leaves Little Room for Manouvering", Sunday Times.
  • Kropotkin, P. 1996. Evolution and the Environment. Black Rose Books: United States pp. 98.
  • Malatesta, E. 1995. The Anarchist Revolution: Polemical Articles 1924-1931. Freedom Press: United Kingdom, pp. 113.
  • Berkman, A. 1989. What is Communist Anarchism. Phoenix Press: Britain, pp. 25-26
  • B. Naidu & S. Pliso, 21 Feb 2010, "How Malema made his Millions", Sunday Times.


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