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Il gruppo originario di Lotta Comunista e la storia dei GAAP

category italia / svizzera | storia dell'anarchismo | recensione author Wednesday April 11, 2012 23:53author by Gino - FdCA (a titolo personale) Report this post to the editors

Breve recensione di "Lotta Comunista. Il gruppo originario. 1943-1952", di Guido La Barbera - Edizioni Lotta Comunista, 2012.
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Lotta Comunista. Il gruppo originario. 1943-1952

Guido La Barbera

Edizioni Lotta Comunista, 2012
266 pagine
ISBN 978-88-96901-07-6
€ 10,00


Il libro appena uscito e curato da Guido La Barbera non è una storia dei Gruppi Anarchici di Azione Proletaria (GAAP): schematicamente se ne intravede lo sfondo d'azione e la genesi politica, tutta interna al movimento anarchico, ma che nel testo non assume mai l'importanza dovuta, non fosse altro che per la ricerca e l'innovazione che questi compagni tentarono di immettere nell'organizzazione politica anarchica.

Penso che con molta onestà peraltro, La Barbera isola nel dibattito Masini/Cervetto quelle che dovrebbero essere le future linee di fondazione del Partito leninista che dal 1965 si formalizza come Lotta Comunista, le letture del campo bordighista sull'imperialismo esercitano su Cervetto una ridefinizione analitica che lo porterà negli anni a trovare la chiave di volta per la strategia del partito, in una condizione di "invarianza" legata allo schema dell'imperialismo unitario, l'autore del libro, qui un po' stentatamente tende ad isolare la responsabilità di Cervetto dall'elaborazione collettiva dei GAAP, in modo particolare sul "Convegno di Pontedecimo", mettendo in rilievo la differenza di analisi e di carattere che lo ponevano di fronte al Masini come il futuro teorico del partito strategia che si materializzerà 15 anni dopo.

Ora, questo tipo di narrazioni non si esimono dal rischio di cadere in una facile operazione propagandistica da esaltazione del capo, solo chi ha potuto apprezzare, anche senza condividerla, l'onestà intellettuale di Cervetto nel suo percorso politico, evita di cadere in grossolani equivoci.

Appunto perché il libro si limita alla ricerca della conferma della genesi leninista non si vede in profondità lo scenario e l'ambiente anarchico, di questi giovani che usciti dalla guerra partigiana e segnati dallo scontro di classe aspro che vedeva cadere l'ipotesi rivoluzionaria, con un proletariato smarrito e confuso dalla politica del PCI e dall'esaltazione del modello sovietico era inevitabile che si cercasse tra gli anarchici il motore della rivolta proletaria.

Ma il movimento anarchico e la Federazione Anarchica Italiana (FAI) del dopoguerra - salvo alcune importantissime esperienze e figure di militanti - era ormai avvolto dal manto dell'opinionismo diffuso, fuori dalla lotta di classe, imbrigliato in sterili polemiche, e non fu in grado di cogliere stimoli e innovazioni che la fine della guerra imponeva ai rivoluzionari, rimanendo ancorata a tradizioni claniche che finirono con il mettere ai margini del movimento operaio buona parte degli anarchici e dei libertari.

Nel testo, l'esaltazione della riscoperta del leninismo viene posta come alternativa al percorso ed alla ricerca dei GAAP, che invece tentavano un minimo comune denominatore a partire dalla "Piattaforma di Arscinov", e che per questo subirono la scomunica ed il bando dalla FAI.

Sono passati 60 anni da quel tentativo di innovazione dell'anarchismo, che non dobbiamo dimenticare fu comune ad altri paesi, in modo particolare la Francia che vide la nascita della Fédération Communiste Libertaire (FCL) di Fontenis con lo stesso sforzo e con la stessa passione.

Il libro sulla storia dei GAAP si deve ancora scrivere. Quello edito da Lotta Comunista ne coglie solo alcuni aspetti e non entra a fondo nello scontro politico nel movimento anarchico, limitandosi a ritrovare appunto la genesi leninista di Cervetto nel dibattito sull'imperialismo.

Non potranno scriverlo coloro che per 60 anni nel movimento anarchico hanno taciuto questa esperienza così come hanno taciuto il ruolo di un settimanale come "Il Libertario", che ospitava costantemente gli interventi e le analisi di questo gruppo di giovani, caduto nell'oblio di una storia che ancora oggi dà fastidio e non si vuole affrontare se non con anatemi e scomuniche.

Gino

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