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recensione
Monday July 29, 2013 01:50 by Donato Romito - FdCA
di Giuliano Giuliani, edizioni Nuova Ata, Genova, luglio 2013 In questo libro appena uscito, il padre di Carlo Giuliani ricostruisce le ultime ore di suo figlio di quel 20 luglio 2001 a Genova durante le manifestazioni contro il G8 e chiede l'apertura di un procedimento - mai istruito -per la morte di suo figlio. "Non si archivia un omicidio"Giuliano GiulianiLibro + DVD, 126 pagine, €10,00 - ed. Nuova ATA Genova, luglio 2013In questo libro appena uscito, il padre di Carlo Giuliani ricostruisce le ultime ore di suo figlio in quel 20 luglio 2001 a Genova durante le manifestazioni contro il G8. Dopo 12 anni Giuliani chiede l'apertura di un procedimento - mai istruito - per la morte di suo figlio che venne subito archiviata sulla base delle perizie dei Carabinieri e delle decisioni di due frettolosi magistrati. La documentazione portata da Giuliani è puntuale: circostanze, nomi, responsabilità, filmati, testimonianze dei capi delle forze di stato, rese nel processo contro i 25 attivisti incriminati. I fatti di Piazza Alimonda del 20 luglio 2001 riemergono dall'oblio istituzionale in cui si è cercato invano di insabbiarli. Come recentemente successo per Aldovrandi, Cucchi e tanti altri. Grande è la determinazione di questo padre nell'affrontare ancora una volta lo strazio del dolore e delle ingiustizie subite. Ma la sua azione va ben oltre la memoria, diventa denuncia attuale del perpetuarsi dell'auto-assolversi dello Stato - persino nella tardiva sentenza di condanna per i fatti della scuola Diaz - e consegna ai giovani di oggi un monito di vigilanza, di indignazione e di mobilitazione ogni qual volta - fin troppo spesso - lo Stato abusa delle vite di uomini e donne. Restano implicite in questo dossier le ragioni politiche e sociali che portarono decine di migliaia di persone da tutta Europa a Genova in quel luglio 2001 a protestare contro la globalizzazione capitalistica e la spettacolarizzazione dei summit dell'epoca; restano ai margini le considerazioni sulla sottovalutazione da parte di settori del movimento no-global della posta in gioco, dimenticando che a Genova, come a Seattle, a Goteborg e tanti altri posti prima, le forze di stato erano presenti come se fossero... in guerra. Giuliani lascia intendere che le forze di stato italiane siano diventate più repressive, arroganti e convinte della propria impunibilità di fronte alle manifestazioni di piazza, proprio a partire da Genova 2001; ma basterebbe scorrere le cronache della repressione in questo paese, dal secondo dopoguerra ad oggi, per accorgersi di una ben diversa e tragica realtà storica. Ma Giuliano Giuliani è uomo che non vuole perdere fiducia nel suo senso della "Giustizia", che intende distinguere e discriminare le responsabilità, che vuole evitare generalizzazioni, perché ha uno scopo ben preciso: mettere le istituzioni di fronte all'orrore di Piazza Alimonda, di fronte alla morte di suo figlio, di fronte alle false ricostruzioni ed ai depistaggi di singoli carabinieri e singoli magistrati, di fronte all'arroganza di singoli comandanti delle varie forze di stato presenti sul campo quel giorno. Ed in questo ha bisogno ancora oggi di tutto l'aiuto di quel movimento di attivist* e di lavoratori/trici che continuano a lottare e ad organizzarsi contro il capitalismo e la repressione statale, perché Genova 2001 e Piazza Alimonda non siano archiviate. Donato Romito |
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