France at a Crossroads 06:59 Jan 16 1 comments Apoyo a los y las Trabajadoras de los Servicios Públicos en Rosario (Argentina) 01:37 Dec 31 0 comments Labor in the age of Duterte: The Pacific Plaza strike 00:20 Mar 14 0 comments The Google Walkout: An International Working-Class Movement 18:55 Nov 05 1 comments [South Africa] Stop the repression of casualised/contract workers in Ekurhuleni! 07:27 Sep 29 0 comments more >> |
Recent articles by Commissione Sindacale FdCA
Ancora note sul Testo Unico sulla rappresentanza Confindustria CGIL-CI... 0 comments Da Genova a Bologna 22/23 Novembre 2013 0 comments Genova: lotte nei trasporti 0 comments Recent Articles about Italia / Svizzera Lotte sindacaliUnificare le lotte Mar 18 21 Nuovo numero de "Il Cantiere" Jan 31 21 Gli anarchici e l’occupazione delle fabbriche del 1920 Jan 26 21 ILVA, un anno dopo
italia / svizzera |
lotte sindacali |
comunicato stampa
Sunday September 15, 2013 19:47 by Commissione Sindacale FdCA - Federazione dei Comunisti Anarchici sindacale at fdca dot it
1.500 lavoratori degli stabilimenti della Riva Acciaio, e non sappiamo quanti sono i lavoratori dell'indotto, sono stati secondo la dicitura cara alla FIAT "messi in libertà". In sostanza gli stabilimenti della Riva Acciaio situati nel nord Italia sono stati chiusi: la più classica delle SERRATE. ILVA, un anno dopo1.500 lavoratori degli stabilimenti della Riva Acciaio, e non sappiamo quanti sono i lavoratori dell'indotto, sono stati secondo la dicitura cara alla FIAT "messi in libertà". In sostanza gli stabilimenti della Riva Acciaio situati nel nord Italia sono stati chiusi: la più classica delle SERRATE. Una serrata, termine ottocentesco, effettuata da padroni che risultano imputati di disastro ambientale, sottrazione di capitali, corruzione ecc. e che dopo un anno agiscono impunemente, con la copertura mai spezzata del malaffare statale, giocando sulla pelle dei lavoratori e cercando di mettere i lavoratori di questi stabilimenti del nord contro i lavoratori di Taranto. Dopo un anno siamo in piena palude e chi gestisce la partita sono ancora i Riva con la complicità dello Stato. Ancora oggi in una nota, Federacciai (l'associazione che raggruppa i padroni del settore) invocava la libertà d'impresa calpestata dall'azione della magistratura, e Bentivogli responsabile sindacale FIM-CISL invitava a non inasprire i rapporti con l'azienda: "occorre tener aperto il dialogo". Bisogna aver chiaro che se la classe lavoratrice non esce da questi ricatti, da questo clima di sottomissione e di paura e non riprende il suo ruolo e il suo protagonismo non si esce dal mortifero letargo che il capitale impone. E' inutile proclamare 8 ore di sciopero per lunedì e la manifestazione al ministero: la cassa integrazione non sarà negata, è funzionale al gioco, per l'ennesima volta si esternalizzano i costi ambientali ed economici di una gestione criminale: lo Stato si fa parte in causa e addirittura paga il rilancio dei Riva contro il sequestro dei beni che permetterebbero di pagare la messa in sicurezza di uno stabilimento che continua a fare morti. Sono stabilimenti produttivi e con mercato in ripresa, altro che sciopero: bisogna muovere, occuparli. Non nazionalizzarli, e porli sotto controllo di uno Stato complice dell'attacco e della svendita dei lavoratori e dei loro diritti, ma occuparli e tenerli sotto il controllo dei lavoratori e delle lavoratrici, gli unici a poterli gestire e ad avere interesse alla produzione materiale di beni in questo paese, al mantenimento di un tessuto produttivo di massa e non solo di nicchia, gli unici come sempre su cui grava la possibilità di ripartire. E questo vale in tutte le realtà a rischio di ridimensionamento o chiusura dove i lavoratori sono ricattati rispetto al posto di lavoro, interi settori come gli elettrodomestici per fare solo un esempio. Una parte consistente della lotta di classe e della sua ripresa oggi si gioca su questo scontro: mantenimento dell'occupazione e ripresa della contrattazione con contenuti autonomi dei lavoratori. Provando ad innestare su questi processi un percorso di ricostruzione del sindacato da parte dei lavoratori, che li metta in grado di difendersi dai ricatti e dalle pressioni - fino al licenziamento - come sa chi si oppone in fabbrica allo strapotere dei padroni anche riguardo alle misure di sicurezza oltre che ambientali. Cronaca di questi giorni, come l'attivista sindacale dell'USB a cui va la nostra solidarietà. Le prime vittime dell'ILVA, infatti, e non solo nel subire gli effetti devastanti dell'inquinamento, occorre ricordarlo, sono i lavoratori stessi e le loro famiglie, e solo dalla partecipazione dei lavoratori alla messa in sicurezza e alla bonifica dell'ILVA si potrà pensare a un mantenimento della produzione di acciaio nel nostro paese, necessario per il mantenimento di un livello manifatturiero, sia pure ridimensionato, che non compensi i risparmi sull'ambiente con i costi in tumori e in mazzette. Nello scontro in atto a livello mondiale sulla produzione dell'acciaio, l'Italia è il secondo produttore dopo la Germania e all'undicesimo posto a livello mondiale, accanto a paesi come la Cina, India, Brasile, i principali produttori di acciaio.
Inutile sottolineare che tanto dipende dagli spazi che i colossi mondiali dell'acciaio lasciano liberi o sono disposti a negoziare nel medio/lungo periodo, considerando che anche realtà come Turchia e Russia aumentano le produzioni mentre si affacciano paesi africani che subiscono processi di industrializzazione. Non è continuando a giocare al ribasso sulle tutele ambientali e di sicurezza che ci si può illudere di competere con questi paesi.
Federazione dei Comunisti Anarchici14 settembre 2013 |
Front pageSupport Sudanese anarchists in exile Joint Statement of European Anarchist Organizations International anarchist call for solidarity: Earthquake in Turkey, Syria and Kurdistan Elements of Anarchist Theory and Strategy 19 de Julio: Cuando el pueblo se levanta, escribe la historia International anarchist solidarity against Turkish state repression Declaración Anarquista Internacional por el Primero de Mayo, 2022 Le vieux monde opprime les femmes et les minorités de genre. Leur force le détruira ! Against Militarism and War: For self-organised struggle and social revolution Declaração anarquista internacional sobre a pandemia da Covid-19 Anarchist Theory and History in Global Perspective Capitalism, Anti-Capitalism and Popular Organisation [Booklet] Reflexiones sobre la situación de Afganistán South Africa: Historic rupture or warring brothers again? Death or Renewal: Is the Climate Crisis the Final Crisis? Gleichheit und Freiheit stehen nicht zur Debatte! Contre la guerre au Kurdistan irakien, contre la traîtrise du PDK Meurtre de Clément Méric : l’enjeu politique du procès en appel |