Che lo Sciopero Generale del 12 dicembre sia davvero Generale
Oggi è in gioco la sopravvivenza della difesa collettiva dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e non solo, di fronte a scelte politiche che tentano di disarmarci per segregarci in un futuro di schiavi, impotenti a reagire alla violenza delle politiche dei padroni. Oggi in piazza dobbiamo esserci in tanti se vogliamo cambiare di segno le politiche autoritarie di una Europa che cerca il suo spazio imperialista attraverso la compressione sociale. [Português]
Il dominio totalitario della finanza ha scatenato uno degli ultimi attacchi alla condizione di vita dei lavoratori e le scelte del Governo Renzi sono lì a dimostrare la totale fedeltà ai dogmi del liberismo più autoritario. Il "Jobs Act" è l'ulteriore, e non ultimo, degli attacchi che la casta padronale sta scatenando contro i lavoratori, con la cancellazione di diritti conquistati in anni di lotte. La necessità per i padroni di sopprimere il ruolo di ogni sindacato che non si pieghi alle sue esigenze di concorrenza capitalistica, il ricatto del posto di lavoro in un mare di disoccupati e di occupati poveri fanno sì che si scateni ovunque la guerra tra poveri, quella concorrenza tra sfruttati che è la ragione vera della nascita delle forme sindacali.
Per questo oggi lo sciopero generale può essere davvero Generale, che faccia male a Governo e Padroni, che sveli finalmente il proprio scopo politico e culturale. Uno sciopero che non abbia nulla di autoreferenziale e che debba rispondere alla violenza dell'attacco alle condizioni proletarie con una forte ipoteca sulla possibilità dei lavoratori ad organizzarsi collettivamente nel prossimo futuro, deve essere uno sciopero che rivendichi quello stesso diritto allo sciopero, che da più parti si cerca di far passare come un privilegio tra i tanti di cui godono i lavoratori.
Uno sciopero che deve essere una tappa di un'azione sindacale europea, che travalichi le italiche contraddizioni per arrivare al cuore della bestia, alle politiche economiche della BCE e dell'oligarchia finanziaria che continua a nominare governi fedeli in tutta Europa.
Una giornata, quella del 12, che deve riempirsi dell'opposizione sociale alle politiche liberiste, alle illusioni governative sostenute da media sempre disposti alla collaborazione con la destra politica, sempre disposti ad inventarla per il piacere di elettori distratti.
Per non cadere nelle alternative delle destra liberista è importante riconquistare le piazze e le strade con una opposizione diffusa, fatta di comportamenti e di scelte coraggiose. Uno sciopero per ribadire che la solidarietà di classe è per noi fondamentale e che siamo disposti sempre a ricostruirla sulle macerie dello scontro con il capitale, reagendo alla crescente repressione che colpisce gli operai come coloro che lottano per il diritto alla casa, all'acqua, alla sanità e scuola pubbliche, i precari come coloro che lottano contro le grandi opere inutili e contro trattati internazionali sulle merci.
Oggi è in gioco la sopravvivenza della difesa collettiva dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e non solo, di fronte a scelte politiche che tentano di disarmarci per segregarci in un futuro di schiavi, impotenti a reagire alla violenza delle politiche dei padroni. Oggi in piazza dobbiamo esserci in tanti se vogliamo cambiare di segno le politiche autoritarie di una Europa che cerca il suo spazio imperialista attraverso la compressione sociale.
Noi comunisti anarchici e libertari, saremo con quanti questo progetto lo combattono. Se lo spazio europeo è il nostro spazio minimo, che sia territorio di solidarietà e di giustizia sociale.