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Trento. Solidarietà ai lavoratori della Sapes. No alle intimidazioni contro gli operai.

category italia / svizzera | lotte sindacali | comunicato stampa author Wednesday March 04, 2015 03:32author by Alternativa Libertaria/FdCA - Trento Report this post to the editors

compattezza operaia contro i licenziamenti

Negli anni recenti, la gestione padronale si è contraddistinta per intimidazioni ai danni di lavoratori, lavoratrici ed esponenti sindacali, svolgendo una vera e propria azione antisindacale sia nei confronti del diritto di assemblea in fabbrica che del diritto di sciopero.


Trento. Solidarietà ai lavoratori della Sapes. No alle intimidazioni contro gli operai.


L'azienda Sapes nasce nel 1933 e si specializza nello stampaggio a freddo e nello stampaggio a caldo per elettroricalcatura di particolari in acciaio mineralizzato per i settori automobilistico, macchine movimento terra e agricolo. Attualmente conta circa 120 operai divisi all'interno dello stabilimento in due aziende con nomenclatura diversa, ma stessa società: Sapes circa 80 dipendenti, Officine Giudicariensi (OG): 38 dipendenti. I lavoratori delle due aziende lavorano sulle stesse macchine, ma recepiscono trattamenti economici diversi perchè l'azienda O.G è nata solo pochi anni fa quando i coniugi Sossi, attuali proprietari, sono divenuti azionisti di maggioranza..

Prima dell'arrivo dei nuovi azionisti di maggioranza, le relazioni tra proprietà e lavoratori in Sapes garantivano il rispetto dei diritti dei lavoratori, con alcune conquiste sindacali sul piano economico soprattutto sui super minimi e con la quattordicesima, la retribuzione era regolare e l'unità dei lavoratori non era in discussione.

La nuova gestione ha operato in termini di restaurazione del comando capitalistico in azienda puntando a dividere i lavoratori con una riuscita opera di intimidazione, pagando in ritardo i salari, negando i diritti e le conquiste acquisiti nei contratti d'azienda precedenti.

La situazione economica delle 2 aziende è fortemente compromessa da un debito che sfiora i 60 milioni di euro, accumulati nonostante negli ultimi 10 anni non ci siano stati investimenti nella produzione e nonostante l'azienda abbia usufruito di 5 anni di ammortizzatori sociali, di un contributo provinciale di 2,5 milioni di euro nel 2009, nonchè del leasing back (altro aiuto che la provincia di Trento ha dato alle aziende pari a 5,8 milioni di euro).

Negli anni recenti, la gestione padronale si è contraddistinta per intimidazioni ai danni di lavoratori, lavoratrici ed esponenti sindacali, svolgendo una vera e propria azione antisindacale sia nei confronti del diritto di assemblea in fabbrica (come nel 2011) che del diritto di sciopero (con lettere di contestazione a 4 operai che avevano aderito nel 2012 allo sciopero nazionale indetto dalla FIOM).

Nello stesso anno viene indetto uno sciopero a singhiozzo di 8 ore totali da effettuare in settimana per mancate retribuzioni e mancato anticipo cig ordinaria e durante il turno di notte riprendono le intimidazioni nei confronti dei lavoratori in pausa di lavoro (prevista dal ccnl) fino a disattivare le macchinette erogatrici di caffè e altre bevande.

In questo clima pesante, negli ultimi anni si è dovuti ricorrere ad una quindicina di tentativi di conciliazione da cui l'imprenditore è uscito sconfitto, mentre minacce, lettere di contestazione e richieste di ferie strappate sono all'ordine del giorno..

Qualche giorno fa, è giunto il licenziamento di un delegato sindacale con l'accusa infondata di aggressione e minacce a mano armata (con coltello). Accuse completamente infondate e inventate con l'unico scopo di far fuori i delegati sindacali che reagivano alle intimidazioni.

Finalmente si è riusciti ad unire i lavoratori con una compattezza che sembrava negli ultimi anni scomparsa. Dopo aver proclamato il blocco straordinario e un'assemblea per verificare la compattezza, è stato proclamato lo sciopero per l'intera giornata, con un corteo dei lavoratori senza bandiere per non incorrere in una denuncia per manifestazione non autorizzata, che si è diretto davanti all'azienda per intonare a squarciagola il nome del licenziato. La solita stampa amica dei padroni ha provveduto a "gettar fango" sui lavoratori e sulla Fiom.

Alla fine di febbraio è stato proclamato uno sciopero di un'ora e mezza a turno, a cui l'azienda ha risposto con la contestazione di abbandono del posto di lavoro e con una intimidazione rivolta alla FIOM ed alla CGIL accusandole di costringere la proprietà a procedere per un concordato fallimentare.

Solidarietà alla lotta dei lavoratori della Sapes. No al fascismo in fabbrica!

Alternativa Libertaria/FdCA - Trento

marzo 2015

author by AL/Fdca - Trentopublication date Sun Mar 15, 2015 07:34author address author phone Report this post to the editors

Dopo aver effettuato una denuncia al datore di lavoro per il non rispetto dell'art 28 (comportamento antisindacale), al direttivo della Fiom di lunedi si è deciso di aggiungere al pacchetto di sciopero di 4 ore indetto dalla Fiom sul territorio per il jobs-act, altre 4 ore a livello provinciale per un totale di 8 ore di sciopero il giorno venerdi 27 marzo in solidarietà ai lavoratori Sapes con manifestazione provinciale davanti ai cancelli dell'azienda Sapes partenza pullman dalle valli... Un gesto di solidarietà operaia che va oltre le più rosee aspettative visto i tempi che corrono. Non si è esclusa l'ipotesi che altre categorie si possano aggiungere alla Fiom nello sciopero,mentre la manifestazione è aperta a tutti i lavoratori e non.

 

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