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Italia: c'è vita a sinistra

category italia / svizzera | la sinistra | opinione / analisi author Monday August 31, 2015 23:48author by donato romito - Alternativa Libertaria/Fdca Report this post to the editors

dialogo tra il Capitano Kirk ed il Signor Spock

Ma c'è vita a sinistra se questa vive sta nel conflitto sociale diffuso e reticolare, sistematico e costante, in grado di esprimere crescente radicalità dal basso, indirizzata verso la riappropriazione e l'autogestione di risorse comuni, patrimoniali e ambientali, culturali ed economiche, che sa proporsi come elemento esogeno di rottura democratica e libertaria di netto segno anticapitalista, nei territori e nel paese.

C'è vita a sinistra
Se lo dicono il vulcanico terrestre capitano James Kirk ed il razionalissimo vulcaniano signor Spock quasi tutti i giorni sulla prima pagina dell'Enterprise comunista "Il Manifesto" a proposito del dibattito sulla costituzione di una nuova forza della sinistra anticapitalistica e soprattutto... anti-PD. Uno Star Trek de sinistra, insomma, che riprende una questione vecchia almeno quanto la serie (metà anni '60). Importante tema estivo, certamente non nuovo, che sollecita anche noi anarchici, se non vogliamo metterci con i Klingon.
Primo perchè in quanto anarchici ci collochiamo storicamente e politicamente nella storia della sinistra rivoluzionaria con una teoria caratteristica, una prassi caratteristica ed un'organizzazione politica caratteristica e critichiamo chi non distingue più tra destra e sinistra come si racconta in alcune rappresentazioni comiche; secondo perchè una sinistra in vita -e dunque capace di conflitto, di progettualità, di alternativa - alimenta e nutre le lotte e l'organizzazione dal basso, azioni e luoghi in cui ed a cui gli anarchici ed i libertari danno il meglio di sè.
In questo dibattito si possono cogliere posizioni -anche illustri- a cui potremmo annuire sorridendo, perchè si muovono -forse inconsapevolmente- verso una strategia caratteristica dell'anarchismo: è il caso di chi indica nella sinistra di governo una via senza sbocco, di chi afferma l'irriformabilità del sistema dal suo interno, di chi ripropone la questione dei rapporti di forza tra le classi, riconoscendo le esperienze di autogoverno, il rinascere del conflitto sociale, le azioni dirette, la ricerca di una rottura.
Ma, al tempo stesso, emergono posizioni che -dal trauma della sconfitta della strategia della conquista dello Stato- si aspettano che si verifichi un evento fatidico (Syriza, Podemos, una loro versione italianizzata...) quale soggetto di una rottura, oppure posizioni che sulle macerie delle esperienze precedenti prefigurano un nuovo soggetto politico, più plurale e più trasparente, fondato su un "centralismo democratico 2.0", che non sembra emanciparsi dall'ossimoro che lo permea.
Insomma il dibattito non decolla verso una Next Generation. Si ritiene che l'evento che produrrebbe tale rottura scaturisca ancora dalla/nella costituzione di un ennesimo nuovo soggetto che tenti di colmare il vuoto di una rappresentanza politico-elettorale ormai da tempo non più ricomponibile in una unità burocratica di tradizione comunista.
La sinistra che vive è infatti molto di più.
E' quella che vive in un conflitto sociale diffuso e reticolare, sistematico e costante, in grado di esprimere crescente radicalità dal basso, indirizzata verso la riappropriazione e l'autogestione di risorse comuni, patrimoniali e ambientali, culturali ed economiche, che sa proporsi come elemento esogeno di rottura democratica e libertaria di netto segno anticapitalista, nei territori e nel paese.
E' in questa sinistra che l'anarchismo organizzato e di classe si inscrive; è questa sinistra che contribuiamo a tenere viva con la nostra azione politica nei movimenti sociali, negli organismi di massa e nel conflitto che sedimenta potere popolare.
Sì c'è vita a sinistra, signor Spock; proclamiamo l'autogestione della flotta Enterprise.

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