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Monday December 19, 2016 14:57 by Relations Extérieures de la CGA - Coordination des Groupes Anarchistes
Communiqué de la CGA suite à la cinquième prolongation de l'état d'urgence en France. L'état d'urgence vient d'être prolongé, et ce jusqu'au 15 juillet 2017. |
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Jump To Comment: 1Francia: no allo stato d'emergenza permanente!
Lo stato d'emergenza è stato prorogato fino al 15 luglio 2017.
Con questa proroga, la quinta dal 13 novembre 2015, lo Stato rende permanente un regime d'emergenza pesantemente liberticida. Fino al 15 luglio 2017, cioè 20 mesi, per più di un anno e mezzo, vivremo sotto lo stato d'emergenza. Senza contare che la legge Urvoas, approvata lo scorso maggio ha già integrato nel codice penale una parte delle misure tipiche dello stato d'emergenza. Occorre respingere questa pericolosa banalizzazione della restrizione delle nostre libertà lasciata all'arbitrio del potere politico e della polizia.
Nel corso dell'estate scorsa, abbiamo potuto drammaticamente constatare come l'applicazione dello stato d'emergenza non abbia impedito che fossero commessi degli attentati. In compenso, la sua applicazione ha permesso di rendere illegali un certo numero di manifestazioni (in solidarietà con i migranti, contro la COP 21, contro la legge sul lavoro, etc.), di emettere divieti di manifestare e/o di obbligo di residenza per i militanti, di sviluppare un clima di razzismo in cui i musulmani o supposti tali sono perseguitati con migliaia di controlli amministrativi, di giorno e di notte, nei quartieri popolari, nella maggior parte dei casi senza giustificazione alcuna. Lo stato d'emergenza ha portato l'esercito nelle strade.
Se è vero che non tutte le misure dello stato d'emergenza sono state applicate, lo si deve alla risposta ampia e forte del movimento; occorre non far venir meno la nostra vigilanza. Soprattutto, accettare il mantenimento dello stato d'emergenza significa permettere allo Stato di ricorrere a queste misure quando più gli fa comodo. In un contesto elettorale che favorisce la corsa securitaria, non può che inquietare tutti noi il perpetuarsi di un arsenale legislativo così liberticida. Quale che sia il vincitore delle elezioni presidenziali, dalle urne uscirà un rapido e brusco segnale di regressione sociale. E' pericoloso lasciare che lo Stato possa disporre di una base legale per reprimere ogni velleità di resistenza.
L'insieme dei/lle lavoratori/tricie dei/lle precar* non può che essere preoccupato per questi attentati alle nostre libertà, perchè lo stato d'emergenza non è che una misura securitaria in più. Dopo di che è in gioco la fine di uno stato di fatto, conquistato in più di un secolo di lotte che avevano costretto la democrazia borghese ad accettare la pace sociale, scambiando la dominazione di una minoranza sulla maggioranza contro un minimo di redistribuzione della ricchezza prodotta e contro la libertà, precaria, certamente, della maggioranza di affermare la propria opposizione.
Sono diversi anni che vengono adottate leggi anti-sociali e misure securitarie che hanno distrutto, pezzo a pezzo, ciò che avevamo conquistato. Ma l'accelerazione di questi attacchi, sempre più in profondità, sia sul versante dei diritti sociali che su quello delle libertà, ha operato un ribaltamento che lascia intravedere un cambio di regime, che porta in grembo un livello di violenza sociale e politica quale la Francia non vive da decenni. Ciò che è sotto minaccia sono le nostre lotte e le nostre vite. Se il peggio deve ancora arrivare, vuol dire che non ci stiamo sbagliando. Se la classe dominante si può oggi permettere di accontentarsi di contropartite anche insoddisfacenti, è perchè non teme più un rapporto di forza ormai troppo indebolito. E' un periodo difficile, ma dobbiamo riprendere vecchi percorsi, inventare nuove forme, perchè solo le lotte collettive potranno offrirci le prospettive di emancipazione per opporci all'abisso che si sta aprendo sotto di noi.
Occorre dunque continuare a denunciare e combattere lo stato d'emergenza e l'insieme delle misure securitarie ed antisociali che avanzano mano a mano, ma dobbiamo anche denunciare lo Stato in quanto tale, perchè esso è il garante ed il braccio armato degli interessi della classe dominante. Quando il suo potere aumenta, le nostre libertà diminuiscono. Contro lo Stato, costruiamo ed affermiamo la solidarietà di classe su basi sociali e non su basi elettorali, sviluppiamo l'auto-organizzazione delle lotte!
18 dicembre 2016,
Relazioni Esterne della CGA
(traduzione a cura di AL/fdca - Ufficio Relazioni Internazionali)