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Quel 19 luglio nella Spagna del 1936

category internazionale | storia dell'anarchismo | editoriale author Thursday July 20, 2006 20:50author by Federazione dei Comunisti Anarchici - FdCAauthor email fdca at fdca dot it Report this post to the editors

Comunicato dell'FdCA sul 70° anniversario della Rivoluzione spagnola

Settant'anni da quella data. Settant'anni che non hanno offuscato nel mondo il ricordo e la commozione per la vittoria dei lavoratori spagnoli nel 1936, nella maggior parte del paese, sul golpe dei militari e dei fascisti, e per il contemporaneo inizio della più grande rivoluzione sociale di massa dell'Europa occidentale.
Settanta anni che devono indurre, oltre alla commemorazione, a riflessioni di natura politica sugli avvenimenti avviati dall'esito del 19 luglio e dalla rivoluzione spagnola.

Con questo in testa, e nel cuore, in memoria di tutti i compagni che lottarono e che, almeno per tre lunghissimi anni, fecero la rivoluzione, abbiamo festeggiato questo anniversario nel modo più degno: rendendo disponibili nuovi e vecchi materiali sulla guerra di Spagna.

Perché ogni rivoluzione cresce sugli errori e le conquiste della precedente. Anche la prossima.

[English] [Ellinika]


Quel 19 luglio nella Spagna del 1936

Settant'anni da quella data.

Settant'anni che non hanno offuscato nel mondo il ricordo e la commozione per la vittoria dei lavoratori spagnoli nel 1936, nella maggior parte del paese, sul golpe dei militari e dei fascisti, e per il contemporaneo inizio della più grande rivoluzione sociale di massa dell'Europa occidentale.

Settanta anni che devono indurre, oltre alla commemorazione, a riflessioni di natura politica sugli avvenimenti avviati dall'esito del 19 luglio e dalla rivoluzione spagnola. E qui si aprono due versanti: uno positivo, l'altro assai meno.

Di straordinario vi fu - determinato dalla propaganda e dall'esempio di alcune generazioni di rivoluzionari comunisti anarchici radicatisi tra le masse lavoratrici - uno sforzo corale per costruire un mondo nuovo, una libera società senza Stato che abolisse lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo dato dal lavoro salariato, che organizzasse la società dal basso, mediante un'effettiva democrazia diretta, e socializzasse tanto la produzione quanto i consumi.

La rivoluzione spagnola fu di segno comunista anarchico perché ad opera del popolo spagnolo, non già calata dall'alto.

Ad animare quell'esplosione di energia popolare fu il sogno di arrivare a costruire una realtà incentrata sul rispetto dell'individuo, dei suoi diritti e delle sue esigenze come valore massimo. Questo sogno i lavoratori e lavoratrici spagnoli lo hanno costruito autogestendo trasporti, fabbriche, milizie, fattorie, scuole, che hanno funzionato, unica esperienza finora nella storia, al servizio del popolo e non a sue spese.

Straordinaria, in quei momenti difficili, fu la liberazione delle coscienze e dell'intelligenza popolare, che si espresse contro tutti i pregiudizi e le catene autoritarie inculcate da preti, nobili e padroni. E questo sogno lo hanno difeso fino allo stremo i tanti compagni e tante compagne che, da tutto il mondo, accorsero generosamente e donarono la loro giovinezza e la loro vita lottando contro quanto di più retrogrado e liberticida costituiva la España negra e ne fondava l'oppressione politica, sociale ed economica, non riuscendo a vincere questo cancro che già si stava espandendo in tutta Europa e avrebbe contagiato il mondo.

E se alcune delle cause della sconfitta sono fisiologicamente presenti in qualsiasi rivoluzione sociale, e quindi vanno date per scontate in anticipo, come per esempio l'intervento controrivoluzionario di forze straniere, o il crearsi, all'interno di un composito fronte antifascista, di alleanze controrivoluzionarie, al fine di ottenere con la fine della guerra civile il ristabilimento dello "status quo" precedente, occorre concentrarsi, senza remore, su come le organizzazioni rivoluzionarie si siano poste nei confronti di questi fattori.

Mentre militanti di base e popolo erano impegnati a fare la guerra e la rivoluzione, le scelte politiche di rilevanza strategica delle organizzazioni rivoluzionarie contribuirono a far fallire la stessa rivoluzione che per decenni avevano propugnato.

Nella CNT (la Confederación Nacional del Trabajo) e nella FAI (Federación Anarquista Iberica) emerse drammaticamente la totale carenza di una strategia e tattica e della consapevolezza del compito politico dei libertari in una situazione - obiettivamente proficua - di collasso totale delle strutture statali e di ampia mobilitazione proletaria, seppur in un contesto internazionale di dolorose sconfitte del movimento operaio.

Il progetto comunista libertario propugnato dall'anarchismo spagnolo si inverò soprattutto nello sforzo corale dei proletari che realizzarono la più grande rivoluzione sociale, spontanea e libertaria, del XX secolo, nonostante quelle organizzazioni che pur avendo propagandato la rivoluzione per decenni e decenni, si ritrovarono nel momento cruciale a non sapere che cosa fare per l'avvento del comunismo libertario, compiendo scelte dirigenti che andavano in una direzione non coerente con la sperimentazione rivoluzionaria popolare in atto.

E da quella grande rivoluzione tanto c'è da imparare: per esempio la necessità che nelle organizzazioni vi siano militanti che (come avvenne in Spagna) acquisiscano un'adeguata preparazione economica (soprattutto in rapporto a un contesto globalizzato) e studino i meccanismi di funzionamento della produzione e distribuzione capitalista al duplice scopo sia di saper fornire le opportune risposte ai problemi che esse creano, sia di mettere a disposizione, in un auspicabile domani, le conoscenze per far sì che il passaggio dalla gestione capitalista dell'economia a quella rivoluzionaria avvenga senza interruzioni eccessive. La rivoluzione non è affatto dietro l'angolo, ma non per questo si deve ragionare come se non venisse mai più.

Con questo in testa, e nel cuore, in memoria di tutti i compagni che lottarono e che, almeno per tre lunghissimi anni, fecero la rivoluzione, abbiamo festeggiato questo anniversario nel modo più degno: rendendo disponibili nuovi e vecchi materiali sulla guerra di Spagna: da "Verso una nuova rivoluzione" del Agrupación Los Amigos di Durruti che cercarono di opporsi all'insipienza dirigistica di vecchia e nuova burocrazia e alla violenza stalinista che preferì combattere gli anarchici e la rivoluzione prima ancora che i fascisti e la borghesia, alle Mujeres Libres che stavano facendo nascere, con le loro intelligenze e i loro corpi, la nuova Spagna che non arrivò a vedere la luce che molto dopo, dimostrando che la libertà si costruisce giorno per giorno, tutte e tutti insieme, fino alla riproposizione del "Comunismo Libertario" di Isaac Puente, lucida sintesi di quanto si sarebbe dovuto fare per la rivoluzione.

E abbiamo dedicato il settimo numero di ANTIPODI, rivista di politica ed arte, al comunismo anarchico e a tutte le rivoluzioni, Spagna ovviamente compresa.

Perché ogni rivoluzione cresce sugli errori e le conquiste della precedente. Anche la prossima.


Federazione dei Comunisti Anarchici

Roma, 19 luglio 2006
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author by nestor - Anarkismopublication date Thu Jul 20, 2006 00:37author address author phone Report this post to the editors

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